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Strada sul Monte Cervati: il Tar respinge il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste

Il ricorso presentato da Italia Nostra contro la realizzazione della strada sul Monte Cervati “stante la sua acclarata tardività” è stato respinto dal Tar di Salerno. Il Tribunale Amministrativo ha in sostanza sostenuto che i lavori sull’arteria che porta alla vetta più alta della Campania, erano già iniziati da due anni quando l’associazione ambientalista ha presentato il ricorso, giudicato quindi “tardivo”.

Federica Pistone

3 Giugno 2024

Il ricorso presentato da Italia Nostra contro la realizzazione della strada sul Monte Cervati “stante la sua acclarata tardività è stato respinto dal Tar di Salerno. Il Tribunale Amministrativo ha in sostanza sostenuto che i lavori sull’arteria che porta alla vetta più alta della Campania, erano già iniziati da due anni quando l’associazione ambientalista ha presentato il ricorso, giudicato quindi “tardivo”.

Il contestato intervento consisteva nel miglioramento dell’accessibilità al Monte Cervati attraverso la sistemazione del pacchetto stradale (con fondazione in misto granulare stabilizzato e manto di copertura in conglomerato bituminoso), la realizzazione di cunette, attraversamenti idraulici, tombini, l’installazione di lampioni fotovoltaici, una barriera stradale e un sistema di controllo di accesso lungo il percorso che collega il Vallo di Diano alla vetta del Monte Cervati e al Santuario diocesano della Madonna della Neve.

Questo intervento è situato all’interno dell’area protetta designata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Monte Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino” e Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Monte Cervati e dintorni”, parte del network Natura 2000 e regolamentato dal Piano di Gestione del Parco. L’associazione ambientalista ricorrente ha contestato l’intervento sostenendo che la strada proposta contrastava con le normative del Piano di Gestione per i SIC e le ZPS della zona, che vietano infrastrutture stradali che possano disturbare gli habitat naturali e l’equilibrio idrogeologico. Inoltre, hanno evidenziato che il Comune di Sanza non era legittimato a concedere l’autorizzazione per l’intervento senza l’approvazione della Regione Campania, come richiesto dalle leggi regionali.

Il Tar inoltre sottolinea che la stesura del manto bituminoso del tracciato stradale nel settembre 2023, la natura dell’intervento e la sua portata erano chiaramente identificabili dal pubblico, comprese le associazioni ambientaliste. Si attende ora la decisione di Italia Nostra che probabilmente deciderà di ricorrere al Consiglio di Stato.

“Grande soddisfazione, per aver sempre agito per il bene comune e per la crescita e lo sviluppo della nostra comunità, sempre nel rispetto dell’ambiente e della natura – ha affermato il sindaco Vittorio Esposito – grazie all’avvocato Lentini ed a tutti i legali che hanno seguito questa vicenda che ha creato sconcerto e mortificazione in tanti cittadini che amano e custodiscono la montagna ed il Cervati. Noi non facciamo polemiche; quello che ci interessa è il bene della comunità che continuiamo a perseguire a testa bassa e con impegno quotidiano. Ora verifichiamo anche se e chi dovrà pagare i danni d’immagine causati alla comunità di Sanza” ha concluso Esposito.

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