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Novi Velia: riaperto ai fedeli il Santuario del Sacro Monte, tra devozione e tradizione

Un luogo di culto tra i più significativi del Mezzogiorno, che ogni anno rinnova il suo valore religioso e identitario attirando pellegrini non solo dal Cilento

Chiara Esposito

26 Maggio 2025

Come da secolare tradizione, nell’ultima domenica di maggio ha riaperto ai fedeli il Santuario dedicato alla Vergine Maria sulla vetta del Sacro Monte Gelbison, nel territorio di Novi Velia, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento. Un luogo di culto tra i più significativi del Mezzogiorno, che ogni anno rinnova il suo valore religioso e identitario attirando pellegrini non solo dal Cilento, ma anche da molte zone della Campania, della Basilicata e della Calabria.

La storia: tra culto e tradizione

Il Santuario, situato a 1705 metri d’altitudine, è da secoli meta di pellegrinaggio e centro di spiritualità. Come ogni anno, l’apertura è stata accompagnata da manifestazioni di profonda devozione popolare: tra queste, la tradizione delle cente, ovvero i doni votivi portati dalle donne di Novi Velia, i canti religiosi in dialetto e l’antico rito di raggiungere il santuario a piedi nudi, in segno di penitenza e fede, fino ai piedi della statua della Madonna.

Santa Messa officiata dal Vescovo, Monsignor Vincenzo Calvosa

Ad accogliere i fedeli e i pellegrini in questa giornata di particolare significato c’erano i collaboratori di Monsignor Vincenzo Calvosa: don Aniello Panzariello, don Antonio De Marco e don Walter Santomauro. La Santa Messa è stata presieduta da Mons. Calvosa, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania e rettore del Santuario, giunto sul monte con un mazzo di fiori per rendere omaggio alla Mamma Celeste.

Il Santuario riconosciuto come Chiesa Giubilare

L’edizione di quest’anno ha assunto un valore simbolico ancora più profondo: il Santuario del Sacro Monte Gelbison è stato scelto da Mons. Calvosa come chiesa giubilare, accogliendo l’invito di Papa Francesco in vista del Giubileo del 2025. Una decisione che rafforza ulteriormente il ruolo del Monte Gelbison come cuore spirituale del territorio e punto di riferimento per le comunità cattoliche del Sud Italia. Con la riapertura, ha inizio la stagione dei pellegrinaggi, che proseguirà per tutta l’estate fino al mese di ottobre, con migliaia di fedeli attesi per rinnovare un legame che unisce fede, tradizione e appartenenza.

Presenti autorità civili e militari

Alla solenne riapertura, oltre ai numerosi fedeli provenienti da tutto il Sud Italia, erano presenti anche diverse autorità civili e militari. Tra i rappresentanti istituzionali hanno preso parte all’evento il sindaco di Novi Velia, Adriano De Vita, il vicepresidente della Provincia di Salerno, Giovanni Guzzo, e il presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Giuseppe Coccorullo. Presenza significativa anche quella dei sindaci di Vallo della Lucania e Cannalonga, insieme a esponenti delle Forze Armate, che hanno voluto rendere omaggio alla Vergine e partecipare a un appuntamento di profondo significato religioso e identitario per l’intero territorio. Una testimonianza concreta della vicinanza delle istituzioni a un luogo che da secoli rappresenta un simbolo di fede, cultura e appartenenza per le comunità del Cilento e non solo.

Emozione per il ritorno della statua della Vergine completamente restaurata

Grande emozione anche per il ritorno della statua della Vergine custodita nel Santuario di Novi Velia tornata al suo splendore originario dopo un attento lavoro di restauro. Il recupero dell’opera ha coinvolto professionisti specializzati, con l’obiettivo di rispettare appieno i colori originali e le caratteristiche artistiche della scultura. L’intervento, condotto con rigore e attenzione, ha permesso di riportare alla luce dettagli e finiture che il tempo aveva offuscato, restituendo alla statua la sua piena espressività.

Il commento

“Un lavoro necessario” ha dichiarato il Rettore del Santuario, Monsignor Vincenzo Calvosa. “Le polemiche – ha aggiunto – sono comprensibili quando c’è affetto sincero, ma oggi possiamo dire con serenità che nulla è stato tolto: al contrario, è stata restituita alla statua la sua bellezza originaria, valorizzando ciò che il tempo aveva nascosto”.

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