Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato il nuovo testo della Legge Elettorale, mantenendo l’obbligo di dimissioni per i sindaci che intendono candidarsi alle elezioni regionali. Il termine per le dimissioni è stato spostato da 90 a 60 giorni prima della scadenza del mandato dell’attuale Consiglio Regionale. La decisione è stata presa con il voto favorevole della maggioranza, il voto contrario del centrodestra, che aveva proposto un emendamento per consentire la libera partecipazione dei sindaci, e l’astensione del Movimento 5 Stelle.
Appelli inascoltati
Nonostante i numerosi appelli provenienti da associazioni di categoria come l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e l’ALI (Autonomie Locali Italiane), che avevano chiesto ai Consiglieri Regionali di riconsiderare la norma per non precludere la possibilità di candidarsi a molti amministratori locali, la modifica è stata respinta. Secondo quanto riportato, “È prevalso lo spirito di sopravvivenza, sostenuto, in modo particolare, dai consiglieri regionali dell’entroterra che temono la concorrenza elettorale di tanti amministratori locali.” Diversi amministratori del territorio avevano richiesto con forza una modifica della normativa, ma le loro istanze non sono state accolte.
L’Attesa per la Corte Costituzionale
L’ultima speranza per i sindaci che desiderano candidarsi senza dimettersi è riposta nella Corte Costituzionale. Il prossimo 9 luglio, infatti, la Corte si pronuncerà sulla Legge Elettorale della Puglia, che presenta similitudini con quella campana per quanto riguarda i limiti imposti ai sindaci nella partecipazione alle competizioni elettorali. La decisione della Corte Costituzionale sulla legge pugliese potrebbe avere implicazioni significative anche per la Campania, aprendo la strada a possibili ricorsi e modifiche della normativa regionale.