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Il Mezzogiorno si unisce: nasce “Città del Fico” per valorizzare un simbolo rurale. Avrà sede ad Agropoli

Il fico, frutto umile ma profondamente identitario del paesaggio rurale del Sud Italia, si prepara a diventare il perno di una nuova strategia di sviluppo territoriale e culturale. È stata avviata l’istituzione dell’associazione “Città del Fico”, un progetto che mira a unire amministratori locali, consorzi di tutela e associazioni provenienti da Campania, Calabria e Puglia.

L’iniziativa, che ha visto la partecipazione in presenza e in collegamento video di sindaci e rappresentanti dei Consorzi di tutela «Fico bianco del Cilento Dop» e del «Fico della Calabria Dop», oltre agli esponenti dei GAL (Gruppi di Azione Locale), è stata definita come il primo, cruciale passo verso un obiettivo di ampio respiro.

Un progetto ambizioso per unire territori e tradizioni

La neonata associazione si pone l’obiettivo di creare un percorso condiviso per la valorizzazione della fichicoltura. La sede operativa sarà stabilita ad Agropoli, in piazza della Repubblica.

Antonio Costantino, presidente di Confagricoltura Salerno, ha chiarito la portata dell’iniziativa: «È il primo passo di un progetto ambizioso che mira a unire territori, tradizioni e strategie di sviluppo sostenibile attorno a uno dei simboli più antichi e identitari del paesaggio rurale del Sud».

L’obiettivo è trasformare il Mezzogiorno rurale in un “laboratorio nazionale di coesione territoriale e di valorizzazione etica del cibo”, come ha commentato il sindaco di Agropoli, Roberto Mutalipassi. Egli sottolinea come il fico “torna ad essere protagonista di un nuovo racconto di comunità“.

La produzione in Campania e la sfida del mercato

La Campania detiene il terzo posto a livello nazionale per la produzione di fichi. La produzione DOP si concentra in larga parte nel Cilento, area che vanta l’areale di produzione esteso su 68 comuni, da Agropoli fino al Bussento, ricadenti in maggioranza nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento.

Nonostante la vocazione del territorio, i quantitativi rimangono esigui rispetto alle richieste di mercato. Nel Cilento si producono annualmente 200 tonnellate di fichi, di cui 60 tonnellate specificamente destinate all’essiccazione. Questi numeri, tuttavia, non riescono ad essere sufficienti per soddisfare la domanda.

Sviluppo “dolce” e piattaforma di progettazione

“Città del Fico” non sarà soltanto un’alleanza agricola. Come ha confermato Manlio De Feo, presidente del Consorzio di tutela Fico bianco del Cilento, si tratta di un “progetto culturale e territoriale“. Egli evidenzia che «Il fico racconta una storia di civiltà, di sostenibilità e di saperi. Farne il perno di una strategia di sviluppo significa dare un’identità contemporanea a un prodotto millenario».

L’associazione si configura anche come una piattaforma di progettazione condivisa, essenziale per accedere a programmi di finanziamento. Tali risorse saranno destinate a sostenere attività cruciali come la ricerca, la sperimentazione e il marketing territoriale. In questo scenario, i Comuni assumeranno un ruolo centrale come ambasciatori di un modello di sviluppo definito “dolce”, fondato sull’integrazione equilibrata tra agricoltura, cultura e turismo sostenibile.

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