“Il nostro diritto alla salute è sotto attacco e noi lo difenderemo sempre a denti stretti. L’ospedale di Sapri non si tocca“. Questo il grido d’allarme lanciato questa mattina nel corso della manifestazione pubblica che ha attraversato le strade della città di Sapri, per difendere un diritto costituzionalmente garantito e scongiurare la chiusura del Punto nascite.
La manifestazione
Mamme, accompagnate dai loro bambini, cittadini, studenti, sindaci, comitati di lotta e rappresentanti istituzionali, provinciali e nazionali, ma anche sigle sindacali e associazioni, tutti insieme per difendere l’ospedale “Immacolata” di Sapri, un presidio sanitario imprescindibile per tutta l’area del Basso Cilento e del Golfo di Policastro.
Ancora una volta, e a distanza di 46 anni dalla lotta che portò all’apertura del nosocomio dell’Immacolata avvenuta nel 1979, il popolo è sceso in piazza per ribadire la piena dignità dell’intero territorio. “È una battaglia del territorio, resistiamo insieme e portiamo a casa il risultato sperato”, hanno affermato ad una sola voce dal corteo.
Difendere il Punto Nascita
Una manifestazione che ha aperto anche un dibattito su tutto ciò che deve essere rivisto in materia di sanità pubblica, partendo proprio dalla legge “ormai anacronistica” della soglia dei 500 parti all’anno per garantire il mantenimento attivo di un Punto nascita, in un periodo di decrescita demografica e di spopolamento, soprattutto nelle aree periferiche. E non solo.
L’attenzione è ricaduta sul servizio sanitario pubblico che deve essere migliorato, a livello locale e nazionale, per garantire parità di diritti a tutti i cittadini.