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Il Cavaliere Domenico De Rosa: “La resa dell’automotive: regole folli, manager pavidi”

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 29 Agosto 2025
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Il Cavaliere Domenico De Rosa non usa mezzi termini quando si parla delle scelte europee in materia di transizione ecologica. Con tono fermo e con la passione di chi vive ogni giorno la complessità del settore, denuncia con forza l’irresponsabilità di Bruxelles e la debolezza delle case automobilistiche.

«La colpa più grande non è soltanto di chi impone regole folli e scollegate dalla realtà – afferma – ma anche di chi, pur sapendo che erano irraggiungibili, ha preferito tacere!»

Nel mirino c’è una Commissione Europea che, a suo giudizio, ha costruito un impianto normativo ideologico, imponendo obiettivi climatici talmente ambiziosi da risultare impossibili, mentre l’industria europea, anziché opporsi, si è piegata all’onda politica del momento.

Il cavaliere De Rosa parla di un management mediocre, incapace di difendere la filiera e di esercitare un vero ruolo di guida. «Hanno assecondato un clima politico e mediatico che premiava l’ideologia più che la concretezza. È l’immagine di un’industria senza coraggio, priva di visione, pronta solo a inseguire proroghe e deroghe!»

Il suo giudizio è severo e complessivo. «Oggi l’Europa è ostaggio di una doppia debolezza. Da un lato una politica dogmatica che scrive calendari scollegati dalla realtà produttiva. Dall’altro un’industria che abdica al proprio ruolo, limitandosi a sopravvivere nell’attesa che qualcuno allenti le regole. Così si perde credibilità e si mette a rischio il futuro dell’intera filiera!»

In questo quadro il Cavaliere richiama alla memoria una figura che aveva visto tutto con largo anticipo. Sergio Marchionne aveva lanciato allarmi chiarissimi, non soltanto per il settore automotive ma per l’intero sistema economico europeo. Aveva previsto i rischi di un’Europa che correva verso l’ideologia senza avere basi industriali e tecnologiche adeguate. Purtroppo la sua voce autorevole si è spenta troppo presto ed è rimasta inascoltata.

Per il Cav, la via d’uscita non è fatta di slogan né di illusioni. «La transizione ecologica non si governa con proclami – conclude – ma con coraggio, verità e competenza. Servono leader capaci di assumersi rischi e di costruire futuro. Tutto ciò che oggi manca drammaticamente in Europa!»

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