Sant’Elena nacque a Laurino nel VI secolo, in una famiglia modesta. La sua vocazione, precoce e profonda, incontrò fin da subito l’ostilità dei genitori e la derisione di vicini e parenti. Fin da bambina si dedicò con fervore alle opere di carità.
Un episodio emblematico racconta di quando, avendo preso del pane dalla credenza per donarlo ai bisognosi, fu accusata dal padre di furto. Costretta ad aprire il grembiule, ne uscirono invece delle rose, lasciando il padre mortificato e spingendolo a offrirle alla Vergine Santissima.
Il cammino spirituale
Secondo la tradizione, un angelo inviato da Dio apparve a Sant’Elena per guidarla verso una vita di contemplazione. La giovane lasciò la famiglia e il paese per raggiungere un luogo solitario sul Monte Rotondo, dove potesse dedicarsi alla preghiera e alla carità.
Il percorso non fu privo di ostacoli. Nei pressi di una località chiamata “Gorgonero”, il demonio tentò di ostacolarla. Dopo una lotta tra l’angelo e il diavolo — le cui impronte sarebbero rimaste impresse nella roccia — Sant’Elena proseguì il cammino, giungendo infine alla grotta scelta da Dio per la sua vita eremitica. Qui, anche grazie alla vicinanza di una piccola comunità monastica, abbracciò uno stile di vita fatto di penitenza, preghiera e carità.
Le fonti storiche sono scarse, ma si tramanda che Sant’Elena morì serenamente nella grotta, probabilmente all’età di 21 anni.
Il culto e la memoria
Alla sua morte, i monaci della comunità vicina suonarono le campane per annunciarla. Quando tentarono di trasferire il corpo della santa, una forza invisibile li fermò. Fu allora avvisato il vescovo di Paestum, che fece trasportare il corpo nella chiesa pestana con tutti gli onori. Durante il tragitto, giunti nuovamente a Gorgonero, il corpo divenne improvvisamente pesantissimo, costringendo il vescovo a far edificare una cappella in quel luogo in memoria dell’evento miracoloso.
Nel frattempo, a Laurino, sul luogo della casa natale della santa, venne costruita una chiesa a lei dedicata.
Durante le incursioni saracene nel Cilento, le reliquie furono trasferite in Francia, nella cattedrale di Auxerre, dove rimasero fino al 1267. In quell’anno, il vescovo francese donò il corpo di Sant’Elena a Margherita, sposa del re di Napoli Carlo I, che lo fece collocare nella cappella reale. Successivamente, Carlo II lo donò al conte Sant’Eleazaro di Ariano Irpino, che lo custodì nella chiesa cattedrale.
Le celebrazioni
La festa principale in onore di Sant’Elena si celebra il 22 maggio. Altre ricorrenze si tengono il 18 agosto, il 10 ottobre, l’ultima domenica di giugno e l’ultima domenica di gennaio, quest’ultima legata a un evento prodigioso.
Nel 1799, durante un’incursione francese nel Cilento, gli uomini di Laurino si prepararono alla difesa mentre le donne si raccolsero in preghiera. Sant’Elena apparve su una nuvola bianca, da cui si staccò una moltitudine di moscerini che mise in fuga le truppe nemiche.
Un’altra data significativa è quella della traslazione delle reliquie da Ariano Irpino a Laurino. Nel 1882, il vescovo Francesco Trotta, commosso dalla devozione dei laurinesi, donò le reliquie alla chiesa del paese. Il ritorno della santa fu accolto con grande gioia e solenni festeggiamenti.
Le celebrazioni in onore di Sant’Elena si distinguono per due momenti particolarmente sentiti: il pellegrinaggio alla Grotta di Sant’Elena e le rappresentazioni teatrali della sua vita, messe in scena nel corso degli anni.
Canti tradizionali di Sant’Elena
Così cantano i fedeli mentre, mossi da tanto ardore e da grande fede, si recano processionalmente in pellegrinaggio alla grotta di Sant’Elena, sul Monte Rotondo:
“S’innalzi il nostro cantico
Ad Elena romita
Che trasse in grotta squallida
I giorni della vita
I giorni della vita.
Santa romita Vergine
Prega per noi Gesù
Perché ci renda liberi
Dai mali di quaggiù”.
Il grande cuore dei laurinesi verso Sant’Elena è suggellato non solo dal grande legame con la Santa, che vede confluire in paese, soprattutto per la festa di agosto, tanti emigrati che ritornano in occasione della festa, ma soprattutto dalle parole vergate nei canti che si elevano in suo onore:
“Laurino ti vide fanciulla
con tanti devoti di cuore
l’affetto più dolce l’amore
ti danno tutti quaggiù.
Dal cielo tu Elena Santa
ritorni con ogni splendore
il mondo tu rendi migliore
facendo tornare Gesù”.
Alcuni canti tradizionali hanno conservato il linguaggio dialettale più vicino alla gente e al suo cuore:
“Sia laurata Santa Lena chi foje sposa re Gesù
E Dio li voze bene
Sia laurata Santa Lena.
Ra l’angelo foje vulata
‘mparaviso foje purtata
Santa Lena sia laurata.”
La preghiera
La preghiera che oggi si innalza alla santa eremita di Laurino chiede la sua sollecita intercessione a protezione della fede, delle famiglie, della pace nel mondo intero:
“Prediletta di Dio, fa’ sentire a noi tutti
la gioia del Vangelo, la ricchezza del sacramento del perdono
e la dolcezza del Pane degli angeli per inabissarci
nelle profondità dell’Amore celeste”.