L’emergenza idrica che interessa la provincia di Salerno ha ormai assunto caratteri strutturali. Temperature sempre più elevate e precipitazioni in calo stanno compromettendo agricoltura, turismo, economia locale e qualità della vita dei cittadini. Le ripetute ordinanze di divieto, tra cui il blocco dell’irrigazione di orti e giardini e il divieto di riempimento delle piscine, evidenziano che la gestione dell’acqua non può più basarsi esclusivamente su misure emergenziali.
Richiesta di una nuova strategia
A lanciare l’allarme è anche il Segretario Generale Feneal Uil Patrizia Spinelli. L’auspicio del sindacato è che i sindaci della provincia, in particolare quelli delle aree più colpite, possano inaugurare una stagione di programmazione e prevenzione mirata. Al centro, la realizzazione di invasi e dighe, strumenti ritenuti fondamentali per garantire disponibilità idrica costante nel tempo. Si tratta di interventi previsti nei piani regionali e nazionali, spesso rimasti solo sulla carta per ostacoli burocratici, resistenze locali o carenza di volontà politica.
Le aree bisognose di intervento
Una ricerca della Feneal Uil evidenzia la priorità per la costruzione di invasi in alcuni territori strategici:
- Agro Nocerino-Sarnese, zona con alta densità abitativa e agricola, dove la domanda idrica è continua e rilevante.
- Bacino del fiume Sarno, area già segnata da gravi criticità ambientali e idriche, dove è urgente ridurre i prelievi da falde ormai in sofferenza.
- Cilento interno e montano, in particolare Montecorice e i comuni collinari, che risultano distanti dalle principali reti di approvvigionamento.
- Area del Basso Sele, tra Salerno e Battipaglia, storicamente soggetta a emergenze idriche, bisognosa di potenziamenti infrastrutturali.
Opportunità per lavoro e sviluppo
Oltre a garantire la sicurezza idrica, la costruzione di invasi e dighe rappresenta una concreta opportunità occupazionale per il settore delle costruzioni e per tutto l’indotto. La progettazione, i cantieri, le opere di ingegneria civile, la manutenzione e il monitoraggio ambientale generano infatti posti di lavoro diretti e indiretti, con ricadute positive sull’intera economia locale. “In una fase storica in cui il settore edile chiede interventi strutturali capaci di consolidare l’occupazione, questi investimenti possono dare respiro all’intero comparto delle costruzioni”, afferma il Segretario Spinelli.
Le risorse
Grazie al PNRR, ai fondi europei per l’adattamento climatico e alle risorse regionali destinate alla gestione delle acque, esistono oggi le basi finanziarie per concretizzare questi interventi. Occorre però una chiara volontà politica e amministrativa, capace di operare con lungimiranza, fa sapere.
La posizione di Coldiretti
Le temperature record stanno causando i primi danni alle colture, con ortaggi e frutta scottati, mentre nelle stalle si registra un calo della produzione di latte e in alcune regioni inizia a farsi sentire il problema della siccità. Una situazione che mette timori anche a Coldiretti.
“La Campania – spiega il presidente di Coldiretti Campania Ettore Bellelli– è avvantaggiata nel difendersi dalla siccità grazie ai suoi fiumi che riescono a mettere la propria acqua a disposizione degli agricoltori, grazie anche all’importante lavoro svolto dai Consorzi di Bonifica. Sono proprio questi ultimi che con il loro lavoro garantiscono l’approvvigionamento dell’acqua ai consorziati senza interruzioni con le loro reti”.
Tuttavia non manca l’aspetto negativo: “Aumentando le irrigazioni, aumentano i consumi energetici e quindi anche la bolletta per via dei costi di produzione maggiori”.
Anche nelle aree interne lontane da corsi d’acqua importanti si è lavorato per difendere il territorio: “La siccità -prosegue Bellelli- può creare danni invece alle colture nelle aree interne. Per difenderle nel migliore dei modi stiamo portando avanti il piano degli invasi che consente di utilizzare l’acqua di raccolta delle piogge. Una pratica importante per difendere coltivazioni come quello dell’olivo e delle castagne oltre che tabacco, uva, orticola e foraggere”.
Un altro problema per le aziende riguarda le operazioni di raccolta, problemi arrivano dal blocco delle attività nelle ore centrali della giornata. Uno sguardo nelle stalle: “Quello che risente del caldo è il settore del latte. Il caldo forte fa calare la produzione non solo delle bufale ma anche di caprini, ovini e bovini” conclude il presidente di Coldiretti Campania Ettore Bellelli. Al calo della produzione di aggiunge peraltro l’aumento dei costi con gli allevatori che hanno già attivato ventilatori e doccette nelle stalle per dare sollievo agli animali, mentre i pasti sono integrati con sali minerali e potassio, e vengono somministrati un po’ per volta per aiutare gli animali a nutrirsi al meglio senza appesantirsi.