Aggiornare la planimetria catastale, in presenza di modifiche alla distribuzione degli spazi interni, è un passaggio importante per allineare la documentazione ufficiale allo stato reale della propria abitazione. Questa operazione non si limita a garantire la conformità burocratica, perché è utile anche per offrire una visione chiara sulla metratura, sulle disposizioni e sulle destinazioni d’uso dei vari ambienti.
Capita spesso, infatti, di ristrutturare un appartamento per ottimizzare i locali, di modificare pareti divisorie o di ridistribuire gli ambienti in funzione di nuove esigenze. In questi casi, è importante ricordare che la pianta depositata presso il catasto deve essere sempre aggiornata e corrispondente allo stato di fatto.
Che cos’è la planimetria catastale
La planimetria catastale è la rappresentazione grafica ufficiale degli immobili registrati presso il catasto. Viene creata con l’obiettivo di indicare la sagoma esterna dell’edificio e la suddivisione interna degli spazi, mettendo in evidenza porte, finestre e murature portanti. Si tratta di un documento di fondamentale importanza perché costituisce la base per determinare la rendita catastale di un immobile, la quale influisce direttamente su tasse e imposte.
Oltre ad essere impiegata nei contesti fiscali, la planimetria è indispensabile in varie situazioni, come la compravendita di un’abitazione o la stipula di un mutuo. Una planimetria aggiornata riduce il rischio di controversie, perché rende immediata la verifica della reale conformità dell’unità immobiliare rispetto agli atti ufficiali. Per questo motivo, se vengono apportati cambiamenti strutturali o se si sono effettuati interventi su muri e divisioni, è opportuno regolarizzare la documentazione.
Quando è necessario aggiornare la planimetria
L’obbligo di aggiornare la planimetria catastale scatta in seguito a lavori che alterano la disposizione degli ambienti interni o la sagoma esterna dell’immobile. L’installazione o la rimozione di tramezzi, l’aggiunta di una scala interna, la fusione di due stanze in un unico locale o la creazione di servizi igienici aggiuntivi sono soltanto alcuni esempi di variazioni che richiedono la trascrizione dei nuovi dati.
Se la planimetria non corrisponde alla situazione reale, si possono determinare inconvenienti durante la vendita dell’immobile, perché l’acquirente potrebbe richiedere di sanare la difformità prima di procedere al rogito. Inoltre, un rilievo errato potrebbe innescare sanzioni amministrative, visto che la mancata corrispondenza tra disegno e stato dei luoghi rappresenta una violazione della normativa catastale.
La procedura e i documenti richiesti
Il primo passo per aggiornare la planimetria catastale consiste nel rivolgersi ad un professionista abilitato, come un geometra, un ingegnere o un architetto con competenze specifiche in materia. Queste figure, grazie alla loro preparazione, possono effettuare il rilievo degli spazi aggiornati. In seguito, il tecnico redige l’elaborato grafico conforme alle regole stabilite dall’Agenzia delle Entrate, inserendo gli elementi necessari per identificare l’immobile.
Oltre a riportare correttamente la disposizione di muri, aperture e impianti, occorre specificare i dati catastali, come il foglio e il subalterno. Questa documentazione viene caricata telematicamente tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate che consente di inviare gli aggiornamenti catastali senza dover ricorrere a pratiche cartacee. Una volta caricati i nuovi dati, il sistema genera una ricevuta di avvenuta presentazione. L’ufficio del catasto esegue i necessari controlli e procede, se tutto risulta in regola, alla validazione.
Un termine che si incontra spesso, quando si parla di aggiornamenti catastali, è DOCFA. Si tratta di un software, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, che permette la compilazione dei documenti necessari per dichiarare la variazione interna di un’unità immobiliare. Il tecnico incaricato utilizza il DOCFA per produrre gli elaborati grafici e descrittivi che verranno poi inoltrati per via telematica.
Il programma permette di inserire dati come nuovi confini, destinazione d’uso dei singoli ambienti e dettagli che riguardano superfici e consistenze. Si può così produrre un file che, inviato all’Agenzia delle Entrate, assume il carattere di ufficialità. È importante utilizzare correttamente la procedura DOCFA, per rendere possibile la regolarità dell’operazione.