È stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa, l’ex parroco di una comunità del Cilento collinare, riconosciuto colpevole di atti persecutori nei confronti di una parrocchiana. Otto mesi di reclusione, sempre con pena sospesa, anche per l’anziana perpetua che lo affiancava.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice Concetta Serrone presso il Tribunale di Vallo della Lucania.
Il quadro accusatorio
Secondo quanto emerso dalle indagini, i fatti si sarebbero protratti dal 2021 per circa un anno. Il sacerdote avrebbe iniziato inviando alla donna numerosi messaggi via Whatsapp con proposte esplicite, e non si sarebbe fermato lì: stando agli atti processuali la contattava ripetutamente telefonicamente e, insieme alla perpetua, la pedinava e la osservava durante i suoi spostamenti, costringendola a cambiare abitudini e percorsi quotidiani.
In alcune occasioni, riferiscono gli atti del processo, il parroco avrebbe addirittura contattato la madre della vittima, cercando di convincerla a farle interrompere una relazione sentimentale con un uomo considerato un “delinquente” dallo stesso sacerdote. A questo si sarebbero aggiunti anche insulti rivolti direttamente alla donna, alimentando un clima di intimidazione e paura. In un caso, durante un inseguimento, soltanto fortuitamente non si sarebbe verificato un incidente.
La denuncia e la condanna
Una situazione che la vittima ha sopportato a lungo, prima di trovare il coraggio di sporgere denuncia. Le prove raccolte e le testimonianze hanno portato alla condanna di entrambi gli imputati. La quantificazione del risarcimento per la donna sarà invece stabilita in sede civile.
Una vicenda che ha scosso la comunità locale, sia per la singolarità dei comportamenti attribuiti a chi avrebbe dovuto svolgere un ruolo di guida spirituale, sia per la durata delle vessazioni subite dalla parrocchiana.