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Cilento, allarme randagismo: «i comuni non intervengono»

A lanciare un appello una coppia inglese che da quasi vent'anni ha scelto di vivere in Cilento: «Nostri ospiti inorriditi»

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 5 Febbraio 2024
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Cane Bruno

Dall’Inghilterra al Cilento. È la storia di Richard e Vanessa che nel 2006 hanno scelto di trasferirsi a Laureana Cilento dove ogni anno ricevono ospiti stranieri e turisti. Una scelta di vita che si concilia con l’amore per la natura e gli animali. Ed è per questo che i coniugi Hawes rivolgono un appello alle istituzioni ad intervenire per limitare una piaga ancora esistente sul territorio, quella del randagismo.

Randagismo, una piaga da affrontare

«Quando siamo venuti c’erano cani che vagavano per le strade, affamati e disperati di aiuto – racconta Vanessa – Non è cambiato molto in 16 anni. Ci stessi abbiamo preso 6 cani, tanti gatti e cercato di trovare il padrone per gli animali. I nostri ospiti stranieri e turisti con cui parliamo sono inorriditi nel vedere cani affamati per le strade, nei villaggi e nella città. Questa è una bellissima zona in cui gli stranieri volevano acquistare proprietà e fare un soggiorno tranquillo ma è rovinata da questo problema. Se i comuni volevano incoraggiare turismo devono trovare una soluzione e non solo mettere centinaia di cani nel canile. Devono spendere i soldi per sterilizzare, vaccinare e riabilitare. In nord d’Europa hanno la sistema così e funziona bene. Applicano multe a chi non ha il microchip al cane e chi maltrattano o abbandonano il cane».

L’ultimo episodio

L’ultimo animale che Richard e Vanessa hanno contribuito a curare è stato un cane da caccia, trovato lungo sentiero di San Francesco a San Martino Cilento. Bruno, questo il nome che hanno scelto di dargli, era anziano e probabilmente inutile al suo padrone perché non più adatto alla caccia. Un gruppo di volontari lo ha accudito e curato ma purtroppo è morto alcuni giorni dopo.

L’appello

«Questa è l’ennesima storia triste di tanti cani abbandonati insensibilmente senza pensare ai sentimenti e alle sofferenze – spiega Vanessa – Il Comune fa ben poco per aiutare. La risposta sembra essere sempre il trasferimento in canali. Non c’è un vero aiuto da parte del comune e nessuna concessione finanziaria da parte dei veterinari per curare, vaccinare e sterilizzare i cani abbandonati. L’aiuto viene fornito da piccoli gruppi volontari chi dedicano a loro vita e contano sulle donazioni del pubblico e aiutano di cercare un padrone al nord d’Italia o all’estero. Il loro lavoro è instancabile e senza guadagno finanziario solo di aiuto gli animali indifesi», conclude.

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