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Capaccio Paestum, sui social impazza la polemica sul mare. Ecco la situazione

Giorni di polemiche a Capaccio Paestum per le condizioni del mare: l'acqua verdastra preoccupa cittadini e vacanzieri

Ernesto Rocco

7 Luglio 2025

Grosse chiazze caratterizzano estese zone di costa a pochi passi dalla riva. In più punti, l’azzurro cristallino lascia spazio a un’acqua calda e di colorazione anomala. Una situazione che, così descritta, fa pensare a un quadro ben diverso da quello di un mare Bandiera Blu, fatto di acque cristalline dove immergersi ad occhi chiusi.

Tra indignazione social e acque torbide

Accade a Capaccio Paestum, dove ormai i social sono diventati luogo di sfogo per residenti e bagnanti, che pubblicano di continuo immagini che sembrano richiamare più una riproduzione del Mar Morto che del Mar Mediterraneo.

Se il lago salato d’Oriente deve però la colorazione di alcuni punti alla fanghiglia del fondale, quello di Capaccio Paestum non ha motivo di non essere azzurro. Così le polemiche impazzano, la gente protesta, e si fa subito richiamo all’inquinamento.

Gli sversamenti abusivi

Una spiegazione, in parte, si ricollega agli episodi di sversamenti abusivi, principalmente da parte di aziende zootecniche, che da sempre hanno caratterizzato negativamente le estati capaccesi.

Negli ultimi giorni, la Polizia Municipale e le guardie ambientali dell’Accademia Kronos hanno messo in atto diverse azioni per contrastarli. Di fatto, però, il mare resta olivastro.

Inquinamento? Non per i dati ufficiali

Inquinamento? Il sindaco Gaetano Paolino si è affrettato a smentire. Del resto, i dati Arpac parlano chiaro: lungo la costa tra il fiume Sele e il Solofrone non ci sono tratti non balneabili.

Allora cosa accade al mare di Capaccio Paestum?

La fioritura algale: un fenomeno naturale

Fenomeno naturale. La colorazione verde del mare è infatti solitamente dovuta al fitoplancton, una microalga che può moltiplicarsi rapidamente, dando origine a fenomeni di “fioriture algali”.

Le cause? Temperature elevate delle acque superficiali, presenza eccessiva di nutrienti (come azoto e fosforo provenienti da scarichi agricoli o urbani), e lo scarso ricambio delle acque, che impedisce la dispersione delle alghe.

Di fronte a questi fenomeni, l’Arpac ha chiarito che si tratta solitamente di una fioritura di fitoplancton non tossico.

La delusione dei turisti

I turisti, dal loro canto, avanzano le interpretazioni più drastiche: parlano di scarichi, fognature, chiaro inquinamento. Le rassicurazioni servono solo in parte: chi ha cercato il mare per trovare scampo all’ondata di calore di questi giorni è rimasto deluso.

Anche con la consapevolezza di trovarsi, molto probabilmente, di fronte a un fenomeno del tutto naturale, fare il bagno nel mare verde risulta per molti una pessima esperienza, per la sensazione di “sporco” che la sostanza verdognola galleggiante in superficie lascia sulla pelle e per un odore che può risultare sgradevole.

L’intervento di Cittadinanzattiva

A cercare di mettere la parola fine al dibattito è stata Cittadinanzattiva, secondo cui il problema ha sempre natura umana: «L’eccessiva presenza di nutrienti e scarichi organici favorisce la fioritura algale, un fenomeno che rende le acque torbide e compromette l’ecosistema marino», affermano.

Insomma, fenomeno naturale sì, ma sempre ricollegabile ad azioni non in linea con le regole di madre natura.

Le soluzioni possibili

Le soluzioni? Maggiori controlli e un’attenzione più rigorosa ai depuratori, non solo nella città dei templi ma anche nei centri limitrofi, anch’essi non immuni dal fenomeno.

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