L’idrokinesiterapia, o terapia in acqua, è al centro di una interrogazione parlamentare presentata alla Commissione Europea dall’Onorevole Valentina Palmisano del gruppo The Left. La richiesta mira a sollecitare un riconoscimento e un sostegno maggiore per questa pratica riabilitativa a livello comunitario. L’iniziativa giunge in un momento cruciale, considerando che in Italia l’idrokinesiterapia è stata esclusa dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dal 2017, nonostante il suo ampio riconoscimento scientifico.
I benefici
La comunità scientifica ha più volte evidenziato i significativi benefici dell’idrokinesiterapia, in particolare nella riabilitazione neuromotoria, nella gestione del dolore cronico e nel trattamento di gravi disabilità. Tra queste, spiccano patologie come l’atrofia muscolare spinale (SMA) di tipo 1 e altre condizioni neurologiche.
Numerosi studi clinici hanno documentato un miglioramento della mobilità, una riduzione del dolore, la stimolazione della circolazione e un generale benessere psicofisico nei pazienti trattati. Questi effetti positivi sono stati osservati in tutte le fasce d’età, dagli anziani ai pazienti in età evolutiva, sottolineando la versatilità e l’efficacia di questa terapia.
Le domande chiave alla Commissione Europea
L’interrogazione dell’On. Palmisano solleva interrogativi precisi alla Commissione Europea, chiedendo un impegno concreto su più fronti. Innanzitutto, si chiede se la Commissione intenda “promuovere l’inserimento dell’idrokinesi tra i trattamenti riabilitativi sostenuti a livello europeo e nei piani sanitari nazionali”.
Il “caso” di Vallo della Lucania
A sollecitare l’interrogazione era stato l’attivista per i diritti delle persone con disabilità, Cristian Durso che nelle scorse settimane, in occasione della visita del governatore Vincenzo De Luca a Vallo della Lucania aveva chiesto la riattivazione della locale piscina per la riabilitazione dell’Asl Salerno.
Il commento
“L’onorevole Palmisano ha fatto anche suo il mio appello, il nostro appello, quello di migliaia di persone che in tutta Italia dal 2017 hanno perso il diritto di fare le terapie in acqua. Infatti da allora l’idrokinesiterapia fu esclusa dai lea”. “Quando il primo aprile ho sottoposto personalmente al Governatore della Campania Vincenzo De Luca, la chiusa della piscina di Vallo della Lucania, e le proteste che da anni contestano questa scelta, lo avevo detto, io non mi arrenderò”, ha aggiunto Durso. Poi ha concluso: “Oggi non combattiamo solo per la riapertura della piscina di riabilitazione di Vallo della Lucania, oggi combattiamo per i diritti delle persone con disabilità di tutta Italia”.