È stata presentata la Relazione 2024 della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), un documento che per la prima volta raccoglie i dati e le analisi sull’intero anno in un unico volume, riducendo sensibilmente il tradizionale ritardo nella pubblicazione. Un cambiamento significativo che permette a istituzioni, forze dell’ordine e media di disporre di un quadro aggiornato e tempestivo sul fenomeno mafioso in Italia, e in particolare nelle realtà periferiche come il Vallo di Diano.
La situazione nel Vallo di Diano
Nel documento si evidenzia come nella provincia di Salerno, e dunque anche nel Vallo di Diano, il fenomeno camorristico sia ancora fortemente condizionato dalla prossimità con i contesti napoletani e calabresi. Tuttavia, si registra una progressiva autonomia operativa dei clan locali, che non sono più solo esecutori subordinati, ma gestiscono traffici e infiltrazioni in maniera orizzontale. Tra le attività illecite più diffuse si segnalano: il traffico di stupefacenti; usura e riciclaggio e infiltrazioni negli appalti pubblici e nel tessuto imprenditoriale Un episodio emblematico della pervasività delle organizzazioni criminali nel Vallo di Diano è rappresentato dall’operazione “Atlante”, conclusa il 29 febbraio 2024 con un blitz a Polla.
I provvedimenti
La DIA e i Carabinieri hanno arrestato 11 persone accusate, a vario titolo, di traffico internazionale di rifiuti, frode fiscale, intestazione fittizia di beni e sottrazione al pagamento delle imposte. Al centro delle indagini un traffico illecito di circa 8.000 tonnellate di rifiuti speciali tra un’azienda locale e una società tunisina, con la complicità di funzionari regionali. Sequestrati beni per quasi 2,8 milioni di euro. L’11 novembre tra Sala Consilina e Potenza è stata eseguita una maxi operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza contro un’organizzazione criminale radicata nel Vallo di Diano. Otto le persone arrestate, accusate di traffico di droga, truffe all’INPS, riciclaggio e corruzione. Il sodalizio, guidato da un detenuto recluso nella Casa Circondariale di Potenza, operava tramite società intestate a prestanome per mascherare le attività illecite e ottenere indebite indennità previdenziali.
Sequestrati beni per circa 70mila euro
La Relazione DIA 2024 offre un quadro allarmante ma necessario, che evidenzia come anche aree considerate marginali o meno esposte, come il Vallo di Diano, siano oggetto di interesse e penetrazione da parte delle organizzazioni mafiose, spesso più silenziose ma non meno pericolose. Le infiltrazioni nei circuiti economici e la compromissione delle istituzioni pubbliche restano temi prioritari di contrasto per tutte le autorità coinvolte.