La condanna sulla questione Fonderie Pisano è giusta. A dirlo il governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca. In settimana, infatti, La Corte Europea aveva condannato le autorità italiane per la mancata adozione di tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva tutela dei diritti dei cittadini della Valle dell’Irno in relazione all’inquinamento ambientale causato dal proseguimento dell’attività delle stesse fonderie.
Le accuse
Ad essere messo sotto accusa è innanzitutto il Puc adottato dal Comune di Salerno nel 2006, quando era sindaco lo stesso De Luca. Non solo: la Corte ammette che dal 2016 nonostante fossero state adottate iniziative «volte a ridurre al minimo gli effetti nocivi dell’attività della fonderia, nell’autorizzarne il proseguimento, le autorità non hanno considerato i precedenti significativi effetti nocivi sulla popolazione locale derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento».
L’autorizzazione al proseguimento non è altro che l’Aia concessa dalla Regione Campania nel 2020. Ma per lo sceriffo il problema è derivato dalla «mancanza di investimenti adeguati per garantire anche attività industriali non inquinanti». Insomma De Luca avrebbe le sue responsabilità nonostante questo plaude alla sentenza.
Le dichiarazioni
«Bene, è una misura giusta che sanziona chi non ha fatto i controlli necessari e anche a chi, mi riferisco agli imprenditori, non ha avuto il rispetto per l’ambiente che è necessario avere quando si gestisce un’attività economica», dice a margine dell’inaugurazione, ieri a Salerno, del nuovo centro di eccellenza della Fondazione don Gnocchi.
Pronta la replica delle opposizioni: «Lo Stato paga per l’incapacità del gruppo deluchiano ai vertici di Regione e Comune – attacca – Questa sentenza è politicamente uno schiaffo a chi per anni ha tentennato e deciso di non decidere sulle Fonderie Pisano», ha detto Aurelio Tommasetti.