Attualità

Il virus “ecomafia” continua a contaminare la Campania

Ambiente sotto attacco: 5.457 reati, 15 al giorno inquinano il territorio, 90 clan si dividono il tesoro illegale e cresce la corruzione ambientale

Comunicato Stampa

16 Novembre 2021

Nell’era COVID-19, il virus “ecomafia” continua a contaminare la Campania. Con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), ma un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in piu), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020), la Campania si conferma la regione dell”ecomafia a livello nazionale. In questi anni a spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati 90 clan attivi in tutte le filiere analizzate da Legambiente: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare. Il verdetto senza appello arriva dal rapporto “Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, raccolti da Legambiente nel suo report annuale dedicato alle illegalità ambientali.

Un vero e proprio terremoto ambientale e criminale che, anno dopo anno, prosegue sotto gli occhi di tutti e fotografato da Legambiente con numeri inequivocabili. A livello provinciale la maglia nera per illegalità ambientale spetta a Napoli con 1.615 reati, anche se con una significativa riduzione del numero di illeciti, pari al -36,7% (vale la pena precisare che in questa classifica non sono compresi i dati relativi alle attività svolte dai Comandi Carabinieri per la tutela ambiente, le politiche agricole e la tutela del patrimonio culturale).La Campania registra il numero più alto di reati in applicazione della legge 68 del 2015 sugli ecoreati, nel 2020 raggiungono quota 280 ( + 77% rispetto lo scorso anno), con 216 persone denunciate e 3 arrestate, coinvolgendo 7 persone giuridiche e con un valore di beni sequestrati di oltre 25 milioni di euro.

A fronte di una situazione inaspettata, causata da una drammatica pandemia, la criminalità ambientale in non si è fatta trovare impreparata. E riuscita a tenere botta, sia nelle attività illegali sia nel relativo business, nonostante i colpi inferti da magistratura e forze di polizia. Il business dell’ecomafia – ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania– minaccia gravemente il futuro della nostra Regione sottraendo risorse preziose all’economia legale, falsa il mercato e la competizione, impedendo un reale sviluppo economico e sociale del territorio a totale beneficio delle cosche criminali. Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingentissime risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Oltre al lavoro repressivo, va sviluppato anche quello preventivo. Visti i numeri molto importanti di progetti da valutare e cantieri da aprire, con rilevanti produzioni di rifiuti, terre e rocce da scavo potenzialmente inquinate, e fondamentale alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dalla nostra Regione. E’ necessario tenere alla larga da questa grande trasformazione la criminalità ambientale, con l’annessa rete di colletti bianchi, connivenze e corruttele. Governo , Parlamento. Regione e Enti Locali diano un segnale immediato su questo fronte. Non c’e più tempo da perdere.

Ciclo dei rifiuti. E’la Campania con 2.054 reati(+ 6,4 %, rispetto lo scorso anno) quasi un quarto di quanto verbalizzato in tutto il paese, a guidare la classifica degli illeciti accertati nel 2020. Sono state 1947 le persone denunciate, 17 gli arresti e ben 896 i sequestri. Anche in questa filiera, la Provincia di Napoli con 522 reati accertati si conferma prima a livello nazionale. Non si sono fermati gli incendi agli impianti di trattamento, smaltimento e recupero con numeri da codice rosso: da quando Legambiente ha iniziato questa specifica attività di monitoraggio, nel gennaio del 2013, di incendi se ne sono contati 165. Un numero rilevatore delle fragilità del sistema, dovute soprattutto alla mancanza di impianti di trattamento e riciclo, in particolare al Sud. “Sostituiti” da capannoni industriali presi in affitto o recuperati da procedure fallimentari,riempiti illegalmente di rifiuti e poi sistematicamente incendiati, con gravi danni ambientali e seri rischi per la salute dei cittadini.

Ciclo del Cemento. La Campania perde il triste primato a livello nazionale superata dalla Sicilia. Reati in leggera flessione 1.472 pari al 12,9% del totale nazionale ( erano 1645 lo scorso anno), con una crescita, però, delle persone denunciate (1.511, con un +22% rispetto al 2019), degli arrestati ben 17 contro i tre dello scorso anno. Napoli si conferma prima provincia in Italia con 368 reati. In Campania si registra che dal 2004 al 2020 è stato abbattuto solo il 19,6 % degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo: su 6.966 ordinanze di demolizioni sono state eseguite 1363.

Corruzione ambientale. La corruzione e lo strumento piu efficace e diabolico per agevolare la commissione dei reati ambientali. Con effetti devastanti sulla tenuta socioeconomica del paese e sulla stessa giustizia ambientale, poiché si basa sulla sistematica alterazione delle regole democratiche, umiliando merito, virtù e giustizia, consegnando risorse ambientali e bellezza dei territori nelle mani sporche di corrotti e corruttori. Continua a crescere il numero di inchieste censite da Legambiente sulla corruzione in ambito ambientale: in Campania nel periodo di rilevazione, che va dal 18 ottobre 2020 al 15 settembre 2021, sono state 65, con 277 persone denunciate,194 arrestate e 282 sequestri. Spostando il conto all’inizio del 2010, anno in cui abbiamo iniziato il censimento, la Campania conquista anche in questa filiera il triste primato nazionale con ben 165 inchieste intercettate dai nostri radar , gli arresti 785, le denunce 980, i sequestri 196.

Incendi dolosi, colposi e generici. Allarme per gli incendi boschivi con la Campania maglia nera a livello nazionale con +43% del numero dei fenomeni incendiari in tutto il territorio regionale. Tra incendi dolosi, colposi e generici, lo scorso anno in Campania sono stati percorsi dalle fiamme 4.326 ettari di superficie boscata e non boscata: 705 i reati accertati pari al 16,7% del totale nazionale , 53 le persone denunciate per incendio doloso e colposo (erano 34 nel 2019), 5 quelle arrestate e 4 sequestri effettuati . La classifica provinciale degli incendi scoppiati nel 2020 vede a livello nazionale la Provincia di Salerno al secondo posto per numero di reati accertati: 335 tra incendi dolosi, colposi e generici superata solo da Cosenza. Sesta posizione per la Provincia di Avellino con 161 reati

L’ecomafia in Provincia. Napoli si conferma prima provincia d’Italia per numero di reati ambientali 1.615 con 1548 persone denunciate, 33 arrestate e 992 sequestri effettuati. Segue Salerno,quinta provincia a livello nazionale con 964 reati, 645 persone denunciate , 8 arrestate e 244 sequestri. Avellino si posiziona al nono posto nazionale con 655 reati, 383 persone denunciate, un arresto e 98 sequestri. Caserta, undicesima con 562 reati ambientali, 376 persone denunciate, sei arresti e ben 258 sequestri. Chiude la provincia di Benevento con 179 reati , 107 persone denunciate e 57 sequestri. Nel ciclo dei rifiuti, la Campania piazza ben 4 province nelle prime sei posizioni nazionali. La più colpita a livello nazionale è la provincia di Napoli con 522 infrazioni, 600 persone denunciate e 6 arrestate con 398 sequestri. Segue Caserta, terza a livello nazionale, con 282 infrazioni accertate, 206 persone denunciate, quattro arrestate e178 sequestri. La provincia di Salerno segue al quarto posto con 227 infrazioni con 216 persone denunciate e 5 arrestate con ben 115 sequestri. Sesto posto per Avellino con 206 infrazioni accertate, 157 persone denunciate e 35 sequestri. Chiude la provincia di Benevento con 57 infrazioni, 37 persone denunciate e 25 sequestri. Nel ciclo del cemento ancora primato negativo per la provincia di Napoli che svetta a livello nazionale con 368 reati, 116 persone denunciate, 17 arrestate e 97 sequestri, sbalzando dal vertice nazionale la provincia di Salerno che si piazza al terzo posto con 266 infrazioni accertate sul suo territorio, con 104 persone denunciate e 79 sequestri. Scende al sesto posto la provincia di Avellino con 214 infrazioni, 175 persone denunciate e 34 sequestri. A ruota segue la provincia di Caserta con 133 infrazioni, 109 persone denunciate e sequestri. A livello provinciale dopo Napoli troviamo la provincia di Caserta con 159 infrazioni 118 persone denunciate e 48 sequestri. Fanalino di coda Benevento con 45 infrazioni , 44 persone denunciate e 11 sequestri.

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