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La riflessione: “Se fosse successo a noi”

A cura di Redazione Infocilento Pubblicato il 22 Marzo 2020
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Carissimo Direttore

Scrivo questa lettera aperta ,non per rinfangare qualcosa a qualcuno, ma semplicemente per raccontare quello che succede, quello che è successo. Una operazione verità, sapendo benissimo che la verità assoluta non esiste ,esiste la nostra verità ;quella che vediamo con i nostri occhi, quella che poi ci convinciamo sia giusta riflettendoci. Tra qualche anno sarà bello rileggere tutto questo , vedere cosa è cambiato, cosa questa esperienza ci ha lasciato. Che cos’è la storia ,se non il racconto di quello che avviene ,in modo semplice è chiaro ,arrivare ai lettori ,anche parlando in un italiano asciutto ma coinciso, alla Antonio Di Pietro per intenderci, magistrato che ha fatto la storia d’Italia emigrando dal Sud al nord. Allora mi chiedo ;è vero o non è vero ,che all’ospedale di Codogno piccolo paese di provincia è stato fatto uno scempio, non capendo bene quello che stava accadendo. Certamente non è stato fatto apposta, nessuno lo voleva, ma li c’ è stata una falla( o chiamala sfiga),che ha dato vita a tutto questo. Un ospedale nasce per sua natura per fermare o almeno contenere quello che accade, non per  fare esplodere qualcosa che poi si è trasformato in un incubo, l’incubo di cui oggi siamo tutti protagonisti, nessuno escluso. Come non rileggersi oggi la sentenza di condanna all’ex governatore  della Lombardia Formigoni, che per ben due decenni  è stato il ras indiscusso e indiscutibile della buona sanità in Italia ,forse in Europa. Senza pensare che i soldi venivano continuamente sottratti alle casse pubbliche per darle ai privati( clinica Maugeri e San Raffaele).Qui il mio orgoglio meridionalista si gonfia fino ad espandersi quando sento che sarà riaperto nuovamente l’Ospedale di Agropoli. Ci voleva la pandemia o le elezioni regionali tra poco? Va beh questo poco importa. Ricordiamoci di tutto ciò quando tutto questo finisce. Ricordiamoci di tornare ad un sistema sanitario nazionale che cura tutti indistintamente da quale parte del territorio vieni. In questi giorni abbiamo assistito a delle cose surreali; gente che continua a passeggiare non in zone desertificate umanamente come può accadere (ma non deve) nel nostro alto Cilento, ma sui Navigli a Milano. Gente che fa la corsetta come buona abitudine, mostrando un senso di inciviltà per l’altro ed una vanità per se, che raggiunge l’inverosimile. Poi siamo noi i Terroni, siamo noi che non sappiamo fare la  raccolta differenziata, siamo noi quelli che…da voi non funziona niente. E’ stato calcolato da una App del Ministero dell’Interno, che il quaranta per cento dei cittadini lombardi(ripeto, per chi non avesse capito, il quaranta per cento dei lombardi sono circa quattro milioni di cittadini) proprio mentre io sto scrivendo questa lettera aperta, che tra poco sarà pubblicata, si sta muovendo in una regione dove l’esercito è stata costretta a trasportare i cadaveri della provincia di Bergamo ,perché i morti sono tanti, sono troppi. Allora mi chiedo  se fosse successo a noi meridionali  tutto questo , come ci avrebbero linciato i buoni cittadini del Nord ,quelli alla Professor Galli primario dell’ospedale Sacco di Milano, che l’altra sera nella trasmissione di Bianca Berlinguer:  “Carta Bianca” diede una lezione di supponenza, tracotanza ma soprattutto cattiva educazione al Prof.Ascierto  napoletano .Quest’ultimo ,come colpa, aveva solo quella di aver sperimentato e poi fatto protocollare dall’AIFA un farmaco nuovo contro il coronavirus. Se fosse successo a noi .Ma per fortuna non è successo. Ora da buoni cittadini meridionali, fuori gli attributi  ,rispettiamo le regole. Restiamo a casa.

ROBERTO SCOLA

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