Il Brescia Calcio è stato escluso dal calcio professionistico. La decisione, maturata in un clima già surriscaldato da polemiche e ricorsi, è stata innescata dal mancato rispetto delle scadenze relative a stipendi, contributi e ritenute dei calciatori, per un ammontare superiore ai 4 milioni di euro, fondamentali per l’ottenimento della licenza nazionale. Massimo Cellino, patron del club, “stacca la spina”, scrivendo la parola “fine” su 114 anni di storia della “Leonessa”. La squadra, se ci sarà l’opportunità, dovrà ripartire dai dilettanti con una nuova denominazione. L’esclusione definitiva verrà ratificata a luglio.
La reazione della città e la voce del capitano
La notizia ha scosso profondamente la città di Brescia. L’amministrazione comunale si è attivata e la Curva Nord è scesa in strada per una serata di protesta, alzando la voce contro la situazione. Anche il capitano, Dimitri Bisoli, ha affidato ai social il suo sfogo: “Oggi sono stati calpestati 114 anni di storia, ma il Brescia non è lui (Cellino, nda), il Brescia siamo noi ed è per questo che Brescia non morirà mai, anzi sono certo che risorgerà più forte di prima”.
Messaggi di vicinanza sono giunti anche dalla Curva Sud Siberiano e dal tifo granata, legato da una profonda amicizia alla tifoseria lombarda.
Impatto sulla Salernitana e le strategie legali
L’esclusione del Brescia ha profondamente stravolto anche la post-season della Serie B e la lunga battaglia legale intrapresa dalla “Leonessa” contro la penalizzazione di quattro punti. Questa decisione annulla di fatto l’efficacia del ricorso contro il “segno meno” inflitto a una squadra ora incapace di dimostrare solidità economica.
Per la Salernitana, che si affidava alla battaglia dei lombardi per spingere su una possibile Serie B a 22 squadre, questo rappresenta un duro colpo. Il “castello di sabbia” su cui si basavano le speranze granata è crollato. La squadra campana si trova ora “spalle al muro” e condannata a scendere in campo verosimilmente contro la Sampdoria nel cuore di giugno. L’amarezza è tanta, soprattutto considerando che, se si fosse disputato regolarmente il playout con il Frosinone, anche la sconfitta avrebbe potuto portare a un ripescaggio in B, come accaduto nel 2019 con il Venezia dopo l’esclusione del Palermo.
Nuove prospettive legali e la preparazione della squadra
Di fronte a questo scenario, la Salernitana sta ridefinendo la propria strategia legale. Dopo l’udienza del 10 giugno al Collegio di garanzia del CONI, la squadra si rivolgerà al Tribunale federale nazionale, abbandonando l’opzione del TAR, con la speranza di ottenere una sospensiva e rinviare i playout, o quantomeno mantenere aperta una controversia che possa rivelarsi utile in estate. Intanto, la squadra continua ad allenarsi sotto la guida di mister Marino.
L’amministratore delegato Maurizio Milan è al fianco dei calciatori, mentre Danilo Iervolino non sarà presente questa settimana. La preparazione continuerà al Centro Sportivo Mary Rosy, per poi spostarsi giovedì in Centro Italia (Novara) in vista della trasferta di Genova.