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«Cannizzi» nel mare di Pisciotta: scatta il sequestro

Pesca illegale nel mare di Pisciotta. Sequestrati attrezzi per la concentrazione del pesce comunemente noti come “cannizzi”

A cura di Redazione Infocilento
Pubblicato il 25 Agosto 2022
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Pesca illegale a Pisciotta

Pesca illegale nel mare di Pisciotta, sequestrati i cosiddetti “cannizzi”. Questa mattina i militari della Capitaneria di Porto di Palinuro hanno individuato due dispositivi illegittimamente utilizzati nel mare antistante Pisciotta. L’attività è stata condotta durante un’operazione di controllo finalizzata proprio a contrastare le pesca illegale.

Pesca illegale: il sequestro della Guardia Costiera

Ad essere rinvenuti i cosiddetit dei F.A.D. (fishing aggregating device) dispositivi di concentrazione del pesce, comunemente noti come “cannizzi”. Questi sono utilizzati per attrarre in superficie alcune specie, ad esempio le lampughe, per poi essere pescate con l’utilizzo di reti a circuizione.

Gli attrezzi rinvenuti sono risultati in contrasto con la normativa vigente in quanto privi della prevista marcatura necessaria ad identificare il motopesca di appartenenza, per questo riconducibili alla pesca non professionale.

Si riconoscono facilmente in quanto per la maggioranza composti da taniche o materiale plastico galleggiante, qualche foglia di palma e un telo ombreggiante.

I controlli

L’attenzione nei confronti di questo tipo di attrezzi da parte del personale della Capitaneria di Porto è molto alta, in quanto rappresentano non solo un pericolo per la sicurezza della navigazione – qualora non adeguatamente segnalati, soprattutto di notte – ma anche una minaccia per l’ambiente marino in cui vengono illecitamente utilizzati.

Ciò a causa della quantità di materiale plastico con cui vengono confezionati, per poi essere abbandonati al termine della stagione di pesca. Non ultimo per il rischio che altri organismi non bersaglio vi rimangano intrappolati, come spesso accade con le tartarughe.

Peraltro le operazioni di recupero da parte dei militari risultano molto complesse, in quanto per tenere saldi tali dispositivi al fondale, vengono utilizzati blocchi di notevole peso.

Le raccomandazioni

«E’ utile ricordare che la pesca professionale a circuizione con l’ausilio di questi sistemi può essere praticata esclusivamente in alcuni periodi dell’anno dai soli motopesca che su ciascun F.A.D., costituito da cime e galleggianti biodegradabili, appone la propria matricola identificativa ed i previsti segnalamenti luminosi», fanno sapere dalla Guardia Costiera.

Con l’approssimarsi della stagione di maggiore utilizzo dei FAD, i controlli saranno incrementati, nell’ambito della più ampia pianificazione regionale disposta dal Centro di Controllo Area Pesca di Napoli.

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