Cronaca

Maxi frode fiscale nel settore informatico: un arresto nel salernitano

Evasione fiscale di circa 6 milioni e mezzo di euro attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti

Comunicato Stampa

1 Luglio 2022

Auto Guardia di Finanza

Nelle prime ore di questa mattina, su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Salerno, la Guardia di Finanza ha eseguito, tra le province di Salerno ed Avellino, un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Vincenzo Cirillo, 48 anni, indagato in relazione ad una frode fiscale perpetrata nel settore della commercializzazione di prodotti informatici e telefonici.

In concomitanza dell’arresto, sono state effettuate anche una serie di perquisizioni presso le sedi di 13 imprese, nonché le abitazioni di ulteriori due soggetti, coinvolti a vario titolo nel meccanismo fraudolento e denunciati, altresì, per autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti.

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Salerno nel corso degli accertamenti coordinati dalla Procura della Repubblica di Salerno, l’indagato posto agli arresti, formalmente residente in Bulgaria, ma che è risultato nei fatti vivere stabilmente a Scafati, è da ritenersi il materiale ideatore e promotore di un sistema illegale che ha consentito, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (per l’ammontare di oltre 25 milioni di euro), un’evasione fiscale di circa 6 milioni e mezzo di euro. 

Secondo la tesi accusatoria, la frode sarebbe stata realizzata sfruttando delle società “cartiere” (tecnicamente “missing trader”) per l’acquisto, in regime intracomunitario, di notevoli volumi di merce non imponibile ai fini IVA, che – proprio poiché beneficiava di tale “risparmio” d’imposta – poteva essere poi rivenduta sul territorio nazionale applicando tariffe molto più vantaggiose della media, conseguendo comunque un considerevole guadagno e alimentando, parallelamente, delle condizioni di concorrenza sleale, per la significativa disparità rispetto ai prezzi praticati dalle altre aziende per le medesime tipologie di prodotti.

Sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini, il G.I.P., condividendo, allo stato delle investigazioni, le ipotesi investigative, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di tutti i beni nella disponibilità delle società interessate e di quelli riconducibili agli indagati, fino alla concorrenza di un importo pari alle imposte complessivamente evase. 

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