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Rifiuti in mare, flashmob di Legambiente a Paestum

Flash Mob e Pulizia dell'arenile di Legambiente per richiamare l'attenzione sul processo, per lo sversamento in mare di 130 milioni di filtri di plastica dal depuratore di Capaccio Paestum

A cura di Emilio Malandrino
Pubblicato il 15 Maggio 2021
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“Ecogiustizia subito!”. Uno striscione , un flash mob dei volontari di Legambientesulla spiaggia Oasi Dunale di Capaccio-Paestum per l’iniziativa di Spiagge e fondali puliti e richiamare l’attenzione sul processo, per lo sversamento in mare di 130 milioni di filtri di plastica dal depuratore di Capaccio Paestum, nel febbraio del 2018 dove Legambiente è stata ammessa come parte civile la cui udienza si celebrerà la settimana prossima. “Un processo importante visto che si stiamo parlando del primo processo in Italia per inquinamento da plastica in mare. Chi inquina deve pagare e oggi questo può avvenire – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania-grazie alla legge 68/2015 sugli ecoreati, approvata nel 2015 dopo una battaglia ventennale dell’associazione, che prevede tra i nuovi delitti anche l’inquinamento e il disastro ambientale. Reati per i quali sette delle otto persone, un altro sarà giudicato con il rito abbreviato, sono state rinviate a giudizio per la vicenda dei dischetti di plastica dispersi in mare, uno scempio ambientale senza precedenti visto che i dischetti sono stati trovati non solo sulle coste italiane ma anche su quelle di altri paesi, tra cui Francia e Spagna. Per questo ci siamo costituiti parte civile affinché ecogiustizia sia fatta in nome del popolo inquinato e del mare.”

E ancora tanta plastica è stata ritrovata stamattina durante pulizia della spiaggia di Capaccio a dimostrazione che l’inquinamento da plastica in mare e sulle spiagge – denuncia Legambiente– resta, insieme all’emergenza climatica, l’altra grande questione ambientale e mondiale da affrontare con interventi e politiche mirate tenendo alta l’attenzione sul tema. 

Secondo il censimento dei rifiuti spiaggiati su 14 arenili campani sono stati ritrovati  rifiuti  sono di ogni forma e tipo, per lo più usa e getta, legati principalmente agli imballaggi, al consumo di cibo e ai rifiuti da fumo: dalle bottiglie ai contenitori e tappi di plastica, dai mozziconi di sigaretta ai calcinacci e ai frammenti di vetro, per arrivare a dischetti, guanti e mascherine. La plastica resta il materiale più trovato dei rifiuti spiaggiati. Su circa la metà delle spiagge campionate, la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati, mentre sul 71% dei lidi monitorati sono stati rinvenuti guanti usa e getta, mascherine o altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria Covid-19. Rinvenuti anche quest’anno i dischetti utilizzati come biofilm carrier nei depuratori.

E la maladepurazione rimane una problematica ancora irrisolta per la nostra regione,secondo gli ultimi dati dell’ Ispra icomuni senza servizio di depurazione sono 44 con una popolazione interessata pari a circa 451mila persone, pari a 7,7% della popolazione regionale, che rappresenta una incidenza superiore a quella nazionale pari al 2,7% ed a quella del Mezzogiorno, pari a 6,3%.

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