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Casal Velino, nuovo rinvio a giudizio per il sindaco Silvia Pisapia

L’accusa è di falsità ideologica ed abuso di ufficio in concorso. 4 i coinvolti

A cura di Carmela Santi
Pubblicato il 17 Marzo 2021
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Silvia Pisapia sindaco di Casal Velino

Una villa comunale trasformata in residenze.
con il progetto dell’ingegnere Rispoli. Un’altra tegola giudiziaria di abbatte sul comune di Casal Velino. Mentre si attendono gli sviluppi dell’ inchiesta avviata dalla Procura di Vallo per corruzione ed abuso d’ufficio che vede coinvolto il primo cittadino Silvia Pisapia, al momento sospeso  dall’incarico, ed altre 13 persone, dal Tribunale di Vallo arriva il rinvio  a giudizio per lo stesso sindaco ed altri quattro indagati.

L’accusa è di falsità ideologica ed abuso di ufficio in concorso. Insieme al sindaco Pisapia affronteranno il processo Pasquale Cammarota, responsabile dello sportello unico per le attività produttive di Casal Velino, Angelo Gregorio, quale responsabile del Settore Urbanistico, Luigi Rispoli tecnico progettista ed “istigatore della condotta”.

Tutti avrebbero  procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale ad Aniello Saviano, anche lui rinviato a giudizio, quale mandatario di una società immobiliare, committente delle opere. La richiesta di rinvio  a giudizio è stata formulata dalla Procura di Vallo a chiusura delle indagini avviate nel 2016 sul progetto di realizzazione di una villa comunale e servizi pubblici e privati integrati da residenze,  in variante al piano regolatore generale del comune.

L’ingegnere Rispoli, per l’accusa,  nella richiesta di permesso a costruire presentata al Comune nel 2016, avrebbe falsamente attestato che le opere da realizzare erano conformi agli strumenti urbanistici. Il progetto invece mancava delle previste autorizzazioni, tra cui il nulla osta del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni. Non aveva  il parere favorevole  della Soprintendenza di Salerno ed Avellino, e mancava  della verifica della fattibilità amministrativa, urbanistica e ambientale dello studio preliminare. Nella carte della Procura si legge che Cammarota, su pressione della Pisapia e del Rispoli, non rilevando, pur avendone cognizione,  la falsa dichiarazione del progettista relativa alla conformità  delle opere ai vigenti strumenti urbanistici, concludeva positivamente la conferenza dei servizi. Il procedimento mancava anche della ratifica del consiglio comunale dell’adesione del sindaco, era in assenza del piano economico, e della previsione di una pubblica gara d’appalto per le opere pubbliche. A sua volta il tecnico Gregorio,  sempre in sede di conferenza dei servizi, non ha chiesto la sospensione del procedimento.

Il sindaco Pisapia e l’ingegnere Rispoli sono coinvolti anche nell’ultima indagine della Procura di Vallo, su corruzione e favori alle coop che ha portato al provvedimento del divieto di dimora nei confronti del sindaco Silvia Pisapia.

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