SESSA CILENTO. Il Testo Unico degli Enti Locali parla chiaro: per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e per garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte il sindaco nomina i componenti della giunta, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi.
Ciò, però, non sempre avviene e soprattutto nei comuni più piccoli riuscire a rispettare questa regola è quanto mai difficile. Accadde già due anni fa a Castel San Lorenzo quando di fronte alla diffida del Prefetto, il sindaco Giuseppe Scorza fu costretto ad alzare bandiera bianca evidenziando che nessuna donna interpellata aveva voluto accettare l’incarico di assessore. Soltanto dopo settimane di stallo si trovò una soluzione.
Problema simile si vive in molte altre comunità, tra queste Sessa Cilento. Nel maggio scorso il consigliere comunale Aniello Elia sollevò la questione, evidenziando come la squadra del sindaco Giovanni Chirico fosse composta unicamente da uomini: il vicesindaco Gabriele Falcione e l’assessore Pasquale Santoro. Insomma nessuna donna. Di qui l’interrogazione diretta al primo cittadino affinché fosse ripristinata la legalità (leggi qui).
E’ dei giorni scorsi la risposta in cui si evidenzia che “non sono state poche coloro che hanno rifiutato di ricoprire l’incarico”. A Sessa Cilento, quindi, le quote rosa non possono essere rispettate perché nessuna persona di sesso femminile è disposta a ricoprire l’incarico di assessore. Una condizione che può sembrare strana, ma i precedenti non mancano. Non ultimo il caso di Futani dove la nuova giunta guidata da Aniello Caputo non ha tra i componenti delle donne.
Tutto ciò non è bastato ad evitare polemiche. Il consigliere Elia non si fida della risposta del sindaco: “Certo che, in un paese come Sessa Cilento, che conta 787 donne che godono dei diritti politici e, in quanto tali possono essere nominate assessore, la risposta non mi convince molto! Senza contare tutte le donne del Comune di Salerno, ove risiede il nuovo assessore”. “La presenza femminile in politica, nei posti cosiddetti “di potere”, non serve, soltanto alle donne, ma serve a migliorare la qualità della società. Per tutti”, conclude.
Polemiche a parte non sembra ci sia la possibilità o forse la volontà di cambiare l’esecutivo. In realtà, però, per i comuni con meno di tremila abitanti, non ci sono disposizioni e limiti precisi a garanzia delle pari opportunità, ma solo disposizioni di principio, con la precisazione che la giurisprudenza amministrativa afferma che le norme del TUEL non devono essere considerate norme di valore programmatico ma precettive, ciò anche nel rispetto dell’art. 51 della Costituzione italiana che sancisce proprio il principio generale delle pari opportunità. Così ha chiarito anche il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali per buona pace delle donne che, stando alle parole del sindaco, non si strapperanno i capelli per questa interpretazione legislativa.