Attualità

Marco Travaglio: senza padrini, senza padroni

Il giornalista ieri a San Marco di Castellabate. L'intervista

Roberto Scola

16 Giugno 2019

“Algido, determinato, con le parole sempre in guerra sostenute da una strabiliante memoria che gli fa ricordare senza il minimo margine di errore la storia privata e politica di chi è nel suo mirino. Marco Travaglio ,fisico ascetico, scrittura che fatica a seguire il pensiero tanto questo è veloce ,sorride poco, o solo quando racconta e svela le mille bugie che la politica dice” .

Il ritratto che Luisa Cavaliere fa del Direttore de: “Il Fatto quotidiano”è un pugno nello stomaco ,un rumore assordante per chi non vuol sentire un fulmine a ciel sereno. Così ieri da Giacaranda, agriturismo che si trova a San Marco di Castellabate ,sotto l’albero grandissimo che espande i suoi fiori viola a grappolo, Marco Travaglio ci parla di tutto ,dalla stretta attualità fino ai suoi ultimi due libri: PADRINI FONDATORI e PERCHE’ NO TAV .

Il giornalista torinese ,da vero mattatore, non si sottrae alle domande . Sviscera eventi ,date ,coincidenze fatti provati di quello che è il processo dei nostri tempi: la trattativa STATO-MAFIA. -Nel 1997 –dice- ,ci sono le prove e i video su youtube, dove ognuno può andare a verificare, il Capitano De Donno e il Generale Mori ammettono la Trattativa, poi in questi ultimi anni si è parlato di presunta trattativa ,quasi ad annullare la verità ,ma il 20 apprile2018 c’è una sentenza storica ,una pietra miliare sul rapporto degli ultimi trent’anni tra Stato e Mafia. Tra la fine della Prima Repubblica e l’inizio della Seconda Repubblica ,c ‘è una scia di sangue che non si può ignorare, da Falcone a Borsellino ,fino alle stragi del 1993 a Firenze, Roma e Milano .A Don Vito Ciancimino, il più politico dei mafiosi e il più mafioso dei politici ,il compito di condurre la Trattativa, dal famoso “ Papello” con le richieste che Cosa Nostra faceva allo Stato ,fino ai ruoli controversi dei vertici dell’Arma dei Carabinieri.

Appassionato ,sempre sul pezzo, Travaglio continua la sua spiegazione su eventi drammatici della nostra storia repubblicana, fino ad arrivare ai grandi interessi che affliggono lo Stato ancora oggi, come l’inutile opera sul Tav ,dove da qualche settimana è uscito il suo nuovo libro, scritto a più mani: “ Perché no Tav”. La storia della TAV ,è la storia di una grande mistificazione mediatica. L’opera infatti è stata pensata nel 1991 quando al Governo c’erano ancora Andreotti e Cirino Pomicino, fino ad ora sono stati fatti solo sondaggi tecnici, non esiste un metro di opera compiuta. Nel libro ,per la prima volta ,si ascolta la voce di autorevoli personalità contro la Torino-Lione. Da scrittori come Erri De Luca a professori universitari del calibro di :Marco Revelli , Tomaso Montanari, Luca Mercalli .

Un volume che è un manifesto di pensiero: quello di chi lotta contro il trasversale partito del cemento, pronto a speculare sulla regina delle grandi opere e gli Imprenditori o meglio i prenditori che per ingolfare ancora di più il sistema di tangenti, vogliono la grande opera. Il libro termina con la relazione ministeriale costi –benefici, che certifica in caso di realizzazione dell’opera un saldo passivo di 7 miliardi di euro. Un motivo sufficiente per dire: NO TAV.

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