PIAGGINE. Non si placa la bufera scatenata dall’omelia di don Aniello Palumbo, durate la quale ha lasciato intendere che la morte di Carmelo Pepe sia avvenuta per droga (leggi qui). Le parole del parroco avevano provocato grande sbigottimento ed indignazione tra alcuni fedeli. Dopo la messa, il parroco dice di essere stato frainteso e si scusa con alcuni parenti del defunto.
«Ci tengo a chiarire che non abbiamo ricevuto le scuse da parte di nessuno, anzi non le accetteremo neppure. Quello che è accaduto il 1 aprile in chiesa non può essere cancellato, perdonato o tollerato. – dichiara la sorella del compianto- È stata una gravissima mancanza di rispetto nei confronti di un uomo che ha lottato contro un tumore devastante per tre anni senza perdere mai la fede, la speranza, la bontà. Ha intensificato il nostro dolore, già profondo, per la perdita di nostro fratello. Inoltre ha rovinato un momento di raccoglimento e preghiera in contemporanea con N. Y che non potrà ripetersi mai più. E non finirà così. Se non è in grado di sostenere e svolgere decentemente il suo compito, la sua missione, che si ritiri. Mi rivolgerò alla Curia, se necessario alla Santa Sede. Ha diffamato un uomo di cui non è degno nemmeno di pronunciare il nome, davanti alla famiglia, agli amici ed alla comunità».
Intanto molti piagginesi, tra cui gli amici fraterni di Carmelo, si stanno mobilitando per avviare una petizione da inviare al Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania per mandare via il prete. « Non è possibile che un prete si permetta di dire infamità e bugie contro un morto. Si vergogni e si tolga l’abito talare. Non ne è degno» è uno dei tanti commenti rivolti a don Aniello.