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BCC e territorio. UNCEM: Sportelli bancari argini di spopolamento e abbandono

Ecco le proposte per la riforma delle Bcc

A cura di Katiuscia Stio
Pubblicato il 29 Agosto 2018
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Vincenzo Luciano

La riforma delle Bcc e il Territorio.
L’impegno di Uncem per difendere i servizi ai cittadini. Proposte per migliorare la riforma.
Circa due mesi fa,Uncem ha denunciato come alcuni comuni, negli ultimi sette anni, siano rimasti senza uno sportello bancario, a seguito di ridimensionamenti della presenza, in particolare nei territori montani e rurali, degli istituti di credito che hanno chiuso gli sportelli meno “interessanti” per depositi, movimenti, credito. Lo attesta l’indagine della First Cisl sottolineando come, a farne le spese, sarebbero soprattutto “le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana”.

Lo stesso studio, diffuso anche da Uncem, invita a difendere “la capillarità del servizio bancario” a partire dalle zone più disagiate. “Dati allarmanti, quelli di First Cisl – secondo Marco Bussone, presidente nazionale Uncem – In Italia ci sono 6.289 sportelli bancari in meno, il personale di rete in soli sette anni è sceso di 26.249 addetti. L’home banking non è una soluzione nelle aree ad alto divario digitale. Uncem ha già scritto ad Abi, Banca d’Italia e Consob per denunciare le conseguenze dell’abbandono dei servizi bancari, nonché per chiedere una vigilanza che non sia solo finalizzata a quanto le banche fanno, ma a come gli istituti organizzano la loro presenza sui territori”.
“Un depauperamento bancario, di cui parla la Cisl, non sostenibile per i nostri territori, molto grave se unito anche alle chiusure e alle riduzioni di orario degli uffici postali”. – conferma Vincenzo Luciano, presidente Uncem Campania e vicepresidente nazionale.

In Italia operano 278 BCC e Casse Rurali con 4.251 sportelli. Sono presenti in 2.650 Comuni e in 101 Province. Ma, soprattutto, in 609 Comuni spesso di piccole o piccolissime dimensioni rappresentano l’unica presenza bancaria. Il Sole 24 Ore riporta importanti dati: sono cresciute le quote di mercato delle BCC sia sulla raccolta che sui prestiti. Nei crediti, nel solo ultimo anno, si sono registrati incrementi in tutti i comparti: imprese artigiane, micro imprese familiari, agricole,turismo. “Sono tutti finanziamenti destinati all’economia reale di territorio, anche in quei Comuni a rischio spopolamento-, fa notare Antonio Marino, direttore generale BCC Aquara-Le banche di comunità con scopo mutualistico hanno il compito di servire i luoghi. Mantenere una filiale dove può essere considerato non immediatamente conveniente per il conto economico di una banca è la conferma che si deve fare banca anche per contribuire alla coesione sociale e alla libertà delle persone di non abbandonare un Comune a causa della chiusura di tutti i servizi commerciali e imprenditoriali”.
“Una filiale bancaria costituisce un presidio non secondario affinché i piccoli borghi possano continuare a vivere, tornare attrattivi, contrastare il declino demografico, finanziando giovani coppie, consentendo di assistere a casa propria gli anziani anche finanziando imprese sociali che fanno welfare di comunità – aggiunge il presidente Luciano – Integrando cultura, storia, vocazioni imprenditoriali, creazione di lavoro sostenendo le imprese”. Le nuove disposizioni di vigilanza sulle BCC, emanate dalla Banca d’Italia il 22 maggio, agevolano questa azione valorizzando la logica di servizio anche in quei Comuni senza sportelli bancari.

Uncem ha inviato ai Parlamentari e a molti Comuni, ove sono insediate BCC, una serie di proposte per migliorare nel testo sulla riforma delle BCC in discussione in Parlamento. Il direttore generale Marino suggerisce di “Portare la decorrenza della riforma al 31 maggio 2019, al fine di poter fare un’unica assemblea dei soci delle BCC per approvare il bilancio 2018 e deliberare l’adozione del patto di coesione. Ovvero portare la quota di partecipazione delle BCC al capitale della Capogruppo dal 60% ad almeno l’80%, per mettersi al riparo da scalate o partecipazioni improprie di terzi ed escludere le BCC sane dalla direzione della Capogruppo, la cui azione si limiterebbe solo al controllo contabile. La Vigilanza sulle BCC deve restare in capo alla Banca d’Italia e deve essere proporzionata alla dimensione delle banche affinché gli eccessivi adempimenti non vadano a gravare sulle BCC più piccole”.

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