Sono stati quantificati i danni causati dalla fauna selvatica protetta: si tratta di quasi 99 mila euro che l’Ente Parco dovrà risarcire, in qualità di indennizzo, a circa 150 persone residenti nei territori di competenza.
La spesa indicata rappresenta il risultato di numerose perizie effettuate dal C. T. C. A. e dai tecnici dell’Ufficio Conservazione Natura sui danni provocati dalla fauna selvatica al patrimonio agricolo e zootecnico. Nel regolamento del Parco, si legge che il risarcimento è determinato sulla base di principi equitativi, assumendo come valore di riferimento l’entità del danno e applicando le seguenti percentuali a seconda della natura del bene danneggiato: 100% del valore stimato per danni al patrimonio agro‐forestale e zootecnico; 60% del valore stimato per danni ai manufatti (reti per la raccolta delle olive, muretti a secco, canali di scolo) e per irregolarità del terreno (scavi e/o buche) causate dalla fauna selvatica.
Il Ministero dell’Ambiente ha invitato gli Enti Parco Nazionale a delineare un percorso comune per l’erogazione degli aiuti di stato, destinati ad indennizzare i danni causati da fauna protetta nei territori di competenza e a non procedere, quindi, singolarmente; il Consiglio Direttivo, ha, perciò, sollecitato gli uffici a liquidare gli indennizzi, al fine di salvaguardare le aspettative di quanti hanno prodotto istanza per danni subiti ed accertati sulla base del regolamento attualmente vigente.
Va ricordato che, nei limiti delle risorse previste nel proprio bilancio, l’Ente Parco può fornire i materiali e le attrezzature necessari a eliminare il danno al patrimonio agro‐forestale e zootecnico (recinzioni elettrificate, recinzioni tradizionali); con un’ opportuna relazione tecnica, inoltre, l’Ente determina, di volta in volta, il sistema di prevenzione più idoneo, in base anche alla tipologia di coltura, all’ ubicazione ed estensione del sito o al tipo di allevamento.
Chiunque voglia denunciare danni a colture o animali, deve rispettare alcune regole: