Alburni

Roscigno Vecchia tra falsa mitizzazione e verità storica

Spagnuolo non è né l'ultimo né l'unico abitante del borgo antico

Katiuscia Stio

8 Novembre 2017

Spagnuolo non è né l’ultimo né l’unico abitante del borgo antico

ROSCIGNO. Giuseppe Spagnuolo non è né l’unico né l’ultimo abitante di Roscigno Vecchia. È soltanto il custode del Museo di Arte e Civiltà contadina a cui la ProLoco “Roscigno Vecchia” ha consegnato le chiavi per permettere ai turisti di visitarne gli interni. Unica ed ultima abitante del borgo antico di Roscigno è stata Dorina, all’anagrafe Teodora Lorenzo. «C’è molta confusione sulla figura dell’ultimo ed unico abitante. Spagnuolo è solo il custode del Museo- sottolinea Franco Palmieri, storico presidente della ProLoco- Non potrà mai prendere il posto di Dorina. I media hanno generato una sensazione di confusione che circola ormai ovunque». Per i cittadini di Roscigno occorre fare un distinguo tra una inventata realtà folkloristica e la verità storica del vissuto a Roscigno Vecchia. «Purtroppo i mass media non hanno tenuto in considerazione questa netta distinzione divulgando, impunemente, un falso storico per dar vita ad una attualità di mero scoop giornalistico» si legge tra i vari commenti agli articoli che circolano sul web.

Roscigno Vecchia, centro storico di Roscigno, paese a sud di Salerno, negli Alburni, Cilento interno,è nota per la sua singolarità di paese museo. Il trasferimento di tutti gli abitanti in un nuovo centro, in seguito a due leggi speciali (del 1902 e del 1908) a favore dei paesi franosi, aveva accelerato il processo di abbandono ma furono in tre a rimanere lì: Luigi Passarella, Maria Grazia Alessandro e sua figlia, Teodora Lorenzo. Dorina,ultima dei tre a lasciare questa terra, è stata il simbolo della resistenza all’abbandono, la memoria storica delle tradizioni antiche, la custode del paese vecchio. Quel paese che Onorato Volzone, giornalista de Il Mattino nel marzo del 1982 definì “La Pompei del ‘900”, ” e poi valorizzata come bene culturale dalla attività intensa della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici per le Provincie di Avellino e Salerno, diretta da Mario De Cunzo.

Quanti articoli sono stati scritti sulla “Pompei del ‘900”. A quante pellicole per la tv ed il cinema ha fatto da scenografia, ispirato trame di romanzi storici e quanti turisti ha catturato con la sua polverosa staticità, con le testimonianze di doloroso abbandono e coraggioso ricominciare. Ma mai tanta magia, mistero e curiosità, questo antico borgo, ha profuso con la sua storia in sé quanta ne ha originato grazie alla presenza dell’ultima abitante Dorina, simbolo della resilienza. Unica ed ultima abitante di Roscigno Vecchia accoglieva i turisti che giungevano al paese per visitarlo. Accompagnava i curiosi per i vicoli del paese, narrava curiosità ed aneddoti di compaesani. Scrigno prezioso di una memoria storica, testimone di abbandono e polvere, muore il 12 ottobre del 2000. La sua presenza in quel paese abbandonato fa eco anche dopo la morte ma la si confonde con quella del custode del Museo e oggi, tv, radio, giornali, web, riviste fotografiche, turisti non parlano più di Dorina ma di Giuseppe come “ultimo ed unico abitante”. «Più che di storia è di personaggio immaginifico ed inventato di sana pianta che si parla- dichiara Antonio Crisci, attivista per DifendiamoLaMemoria e creatore sul social di una fanpage @RoscignoVecchia- Non se ne può più di leggere articoli, blog o altro in cui Spagnuolo viene definito “eroe, libero, abusivo, unico ed ultimo abitante del borgo antico”. Noi roscignoli siamo indignati per questo. Prima di divulgare notizie occorre documentarsi. Vogliamo chiarezza.»

Per far conoscere alle nuove generazioni la figura dell’ultima ed unica abitante era stato ideato il “Premio Dorina”, un concorso internazionale di cultura e civiltà contadina, nato dal volere di Antonio e Rosina Lorenzo, nipoti di Dorina, in collaborazione con la Pro Loco “Roscigno Vecchia”. «Il concorso si proponeva di stimolare e condurre i giovani a quelli che sono i valori, le radici, il legame con la storia del paese, l’attaccamento alla terra- dichiara Antonio Lorenzo- Ogni qualvolta morirà l’“ultimo ed unico abitante” ne spunterà un altro?! Il Premio non si tiene più da qualche anno e forse è giusto così». «E’ doveroso recuperare i luoghi, la cultura e la storia. – spiega Bruno Ruorolo, vice sindaco- Spagnuolo da solo una mano alla ProLoco. Se poi racconta fantasie e i giornalisti non ne appurano la veridicità, beh, ognuno si prende la responsabilità di ciò che riporta». Ma la responsabilità non è anche delle Istituzioni che non smentiscono nettamente l’ambiguità storica dilagante? Forse è più facile “fare turismo” con il personaggio Spagnuolo che fa da richiamo invece di lavorare a progetti di recupero e rivalutazione della storia ma anche degli edifici che, per incuria ed abbandono, pian piano crollano. Forse come dice la scrittrice Carmen Pellegrino, nel suo libro ispirato a Dorina e Roscigno Vecchia, “Cade la Terra” «qui la magnificenza è nella polvere». E polvere sia!

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