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La proposta: il Cilento come Food Value System

Lo chiede la Fondazione Alario a conclusione del convegno internazionale sui legumi

A cura di Comunicato Stampa
Pubblicato il 21 Dicembre 2016
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Lo chiede la Fondazione Alario a conclusione del convegno internazionale sui legumi

Da Ascea, a conclusione dei lavori del convegno internazionale โ€œThe Benevolent Bean in the Mediterranean Dietโ€, il segnale che giunge รจ chiaro: lo stile di vita e il regime alimentare in cui si sostanzia la Dieta Mediterranea rappresentano un fattore determinante nella prevenzione oncologica.
โ€œIl Cilento deve rispondere con forza allโ€™accostamento che in questi giorni รจ passato sui media della patria della Dieta Mediterranea allโ€™alta percentuale di tumori registrata sul territorioโ€ – รจ la presa di posizione della Fondazione Alario. โ€œIn unโ€™epoca dove lโ€™approfondimento e la riflessione lasciano spazio alla velocitร  e al sensazionalismo della notizia, si rischia di delegittimare un modello alimentare che รจ ritenuto dalla comunitร  scientifica internazionale un valido alleato della prevenzione oncologica e nella lotta alle patologie tumoraliโ€. Non si mettono in dubbio i dati emersi dalle rilevazioni effettuate sul territorio campano, ma non puรฒ passare il messaggio riduttivo che โ€œnella terra patria della dieta mediterranea e delle tante bandiere Blu le comunitร  locali sono maggiormente a rischio rispetto ad aree industriali e metropolitane.โ€
Il vero problema รจ la pratica della dieta mediterranea, che รจ scomparsa dalle nostre abitudini. Come rimarcato durante i lavori del convegno da Tommaso Chirico, amministratore delegato, e Maria Rosaria Nese, project manager della Fondazione Alario, โ€œiniziative di sensibilizzazione e diffusione come quella posta in essere nella due giorni sui legumi sono occasioni per rilanciare un modello di sviluppo locale che porti alla creazione di una filiera tra produzione, trasformazione e consumo, e alla reintepretazione in chiave strategica dellโ€™area del Cilento come Food Value System, sistema locale di offerta in cui il cibo diventa la chiave per interpretare e organizzare le dimensioni del vivere – culturali, sociali, relazionali, sportive, ludiche, turistiche – attraverso la realizzazione di un network territoriale capace di co-creare in modo veloce innovazione strategica, dove persone, comunitร , imprese e istituzioni – tenute insieme dal tema del food nelle sue vastissime implicazioni ed interessenze – interagiscono tra loro avvalendosi di metodologie e strumenti avanzati per connettersi, dialogare, interpretare lo scenario e i suoi singoli aspetti. Il Food Value System costruisce ambienti multidisciplinari e multistakeholder, da cui consumatori, fornitori, imprenditori e abilitatori traggono opportunitร , progetti e business strutturati, che possono essere ulteriormente sviluppati in specifici laboratori di innovazione che possono qualificare maggiormente lโ€™offerta agroalimentare cilentana. Ciascun attore del Food Value System alimenta, condivide e utilizza la conoscenza prodotta dal sistema stesso, le evidenze del mondo della ricerca si incontrano con il mondo della produzione agricola e della ristorazione, i produttori di conoscenza dialogano con i produttori di valoreโ€.
Dโ€™altronde, lo stesso convegno internazionale – che ha chiuso idealmente lโ€™International Year of Pulses (IYP2016) promosso dalla FAO – รจ stato sviluppato nellโ€™ambito del progetto โ€œLa Dieta Mediterranea on table & tabletโ€, che – unendo elementi tradizionali e di innovazione – rilegge il patrimonio enogastronomico e la cultura alimentare oltre che come sfida, come una grande opportunitร  di mercato: la trasformazione in ottica innovativa delle filiere alimentari risponde a cambiamenti scientifici (si pensi agli OGM), culturali (modificazione delle filiere, km zero), salutistici (collegati al wellness e agli stili di alimentazione), socioeconomici (il declino del modello industriale e quindi dei condizionamenti su luoghi e orari di lavoro, le rivoluzioni di gender, il cambiamento delle logiche urbanistiche) e genera unโ€™innovazione multidimensionale che crea un numero illimitato di nicchie per produrre valore e sviluppo.
La Fondazione ha inteso iniziare tale ambizioso programma dโ€™azione da un percorso di โ€˜conoscenzaโ€™ sia delle evidenze scientifiche e dei risultati della ricerca, sia delle realtร  che sul territorio continuano ad essere custodi delle locali cultivar. E cosรฌ nelle giornate del 16 e 17 dicembre, presso il Complesso Alario, ad Ascea, in quella che fu lโ€™antica Elea-Velia, grazie al coordinamento scientifico della SINU – Societร  italiana di Nutrizione Umana e dellโ€™Associazione per la Dieta Mediterranea Ancel Keys Pioppi, illustri nomi del mondo accademico si sono avvicendati nella proposizione di una riflessione di carattere scientifico-culturale di altissima caratura. Lโ€™apertura del convegno, reso possibile dal contributo della Regione Campania e del MiBACT, e patrocinato dallโ€™Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e dal Comune di Ascea, รจ stata affidata alla dottoressa Maria Xipsiti, ospite internazionale e rappresentante della Nutrition and Food System Division della FAO, la quale ha esposto le linee guida della Organizzazione per lโ€™Alimentazione e lโ€™Agricoltura dellโ€™ONU e gli obiettivi perseguiti in questo anno, rimarcando come le caratteristiche nutrizionali, unite alla facilitร  ed eco sostenibilitร  della produzione, rendono i legumi unโ€™arma efficace per contrastare malnutrizione, migliorare il livello di salute nei paesi piรน sviluppati e contribuire al risanamento ambientale. Per la FAO la promozione delle leguminacee – affidata anche alla rete e ai social network con contenuti multimediali – mira ad incentivarne il consumo, stabilire un dialogo globale e regionale tra produttori e creare un database delle varietร  locali. Alla proposta dellโ€™Organizzazione di prolungare la promozione dei legumi nel corso del prossimo decennio, il professor Strazzullo della SINU ha rilanciato con la simpatica provocazione di istituire il โ€œsecolo dei legumiโ€.
Una presentazione dellโ€™eterogenea famiglia delle leguminacee e delle componenti nutrizionali รจ stata oggetto dellโ€™intervento della professoressa Carmela Spagnuolo Istituto Scienze dellโ€™Alimentazione ISA – CNR di Avellino, seguita dalla relazione tenuta dal professor Alfio Spina del CREA di Acireale, sugli studi scientifici sulle farine di legumi, focalizzata in particolare sullโ€umile lupinoโ€, che nasconde grandi proprietร  salutistiche e potenzialitร  di impiego. La relazione del professor Spina ha evidenziato gli effetti benefici del consumo di lupini, quale utile alleato nel contrastare il colesterolo, e la possibilitร  della produzione di snack altamente salutari e ipocalorici, a base di sfarinati di lupini e fibre di agrumi.
Il professor Angelo Campanozzi, docente dellโ€™Universitร  di Foggia e specialista in pediatria, ha portato a conclusione la prima sessione della giornata, toccando un argomento scottante nella societร  moderna e industrializzata: lโ€™alimentazione in etร  pediatrica. Constatando la cattiva influenza della pubblicitร  e dei media sui gusti alimentari delle fasce giovanili, Campanozzi ha rimarcato come i problemi di salute nellโ€™adulto siano in gran parte effetto di cattive abitudini nutrizionali in etร  evolutiva.
Centrale nellโ€™economia del convegno รจ stato lโ€™intervento di Rosalba Giacco dellโ€™Istituto Scienze dellโ€™Alimentazione ISA-CNR di Avellino, Marialaura Bonaccio del IRCCS, Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, Pozzilli, Francesca Ghelfi dellโ€™Istituto Europeo di Oncologia Milano, che durante la seconda sessione del convegno, hanno presentato una profonda analisi sugli effetti dei legumi sul metabolismo glico-lipidico e lโ€™incidenza benevola che il loro consumo apporta sia a livello cardio-vascolare che a livello oncologico. Moderata dal prof. Pasquale Strazzullo, la terza sessione del convegno รจ stata arricchita dalle relazioni di Laura Rossi del CREA – Dipartimento Alimenti e Nutrizione che ha efficacemente esposto gli orientamenti attuali nella diatriba scientifica fra proteine animali e proteine vegetali, e della sua collega Stefania Ruggeri che, nel trattare la promozione del consumo dei legumi tra evidenze scientifiche e tabรน, ha evidenziato come i social possano essere uno strumento sia di rilevazione che di educazione dei gusti degli utenti in fatto di alimentazione. Ha concluso la sessione lโ€™appassionato intervento di Maria La Gloria e Alessandro Notaro che con puntualitร  e una punta di commozione hanno ripercorso le attivitร  svolte dallโ€™Associazione Ancel Keys Pioppi per la promozione della Dieta Mediterranea e degli studi di Ancel Keys a Pioppi e nel Cilento. Alla loro preziosa intermediazione si deve pure lโ€™assenso della famiglia Keys alla traduzione in lingua italiana del libro di Ancel e Margaret Keys โ€œThe Benevolent Beanโ€ curata dal Laboratorio linguistico English Key della Fondazione Alario, e presentata in anteprima mondiale durante i lavori a cura del prof. Pasquale Strazzullo e di Vincenzina Esposito, coordinatrice del laboratorio.
La quarta ed ultima sessione, con il talk Il Cilento casca a fagiolo! ha esplorato lo stato dellโ€™arte delle produzioni locali attraverso la tecnica dello storytelling, con il racconto delle esperienze di chi ha fatto dellโ€™agricoltura il proprio progetto di vita. In collaborazione con Impronta Cilento e KIBSAgro – ramo dedicato allโ€™agroalimentare del Centro Sperimentale di Sviluppo Competenze e Servizi Avanzati della Fondazione Alario – e moderata da Antonio Isabella, la fase conclusiva dellโ€™evento ha accompagnato il pubblico alla scoperta del ricco patrimonio agroalimentare locale e ha presentato nuove prospettive per il settore e lโ€™economia del territorio.
Sul palco dellโ€™auditorium Parmenide si sono avvicendati realtร  imprenditoriali protagoniste di storie di caparbietร  e successo: Domenico Tancredi, Alessandro Santangelo, lโ€™azienda ERMMA’, Giorgio Iannuzzi, Giuseppe Ferrante, Giovanna Voria, Gianluca Lamanna, Biagio Fedullo, Domenico D’Alessandro, tutti accomunati dallโ€™appassionato ritorno alla terra e dal lavoro duro e faticoso per la salvaguardia delle eccellenze cilentane dei fagioli Regina, di Controne, Gorga, Mandia e Casalbuono, del cece di Cicerale, della cicerchia e del โ€˜piccoloโ€™ maracuoccio di Lentiscosa, un pool di biodiversitร  che, di varietร  di fagioli, ne conta ben 64! Ogni legume รจ legato intrinsecamente al suo territorio e diventa per questo un patrimonio da custodire e preservare nel tempo, oltre che gustare.
โ€œThe Benevolent Beanโ€, alle battute finali, si รจ proposto come vetrina di progetti di valorizzazione delle peculiaritร  colturali, come la rassegna stagionale Ciccimmaretati, esempio di maggiore e piรน duraturo successo. Il valore rivestito dagli eventi enogastronomici e culturali nella promozione di un piatto o di un prodotto tipico, esaltato dalle attivitร  di Slowfood come Leguminosa e In bocca al lupino, รจ stato testimoniato da Giuseppe โ€˜Jepisโ€™ Rivello, fiduciario della Condotta di Camerota-Golfo di Poilcastro, che ha efficacemente sottolineato come quando si parla di promozione e sviluppo del territorio cโ€™รจ sempre bisogno di โ€˜incontriโ€™.
Il congresso ha voluto dare spazio, inoltre, ad alcune idee emergenti in cui la fusione del know-how con lโ€™applicazione delle nuove tecnologie dร  vita a talentuose proposte di valorizzazione: โ€œColtivoCulturaโ€, campagna di crowdfunding che mira alla riconversione di aree incolte e abbandonate con una mappa interattiva dei terreni โ€œadottatiโ€; โ€œLegร mi e Legumiโ€ di Alimentaria Hub, un progetto interattivo per lโ€™educazione ai sapori tradizionali; โ€œThe Bean Experienceโ€ di CLOE che – attraverso il kit โ€˜Piantala!โ€™ -permette di piantare un seme di fagiolo e localizzarlo in rete con un codice QR dedicato, affidando a chi se ne prenderร  cura il compito di diventare custode di un bene tradizionale e a rischio di estinzione.
Progetto come questi, ora allo stadio beta o in fase di fund-raising, possono rappresentano la strada da percorrere per metter in valore le risorse territoriali, tutelando lโ€™identitร  e contemporanemanete sfruttando le potenzialitร  delle nuove tecnologie per preservare le biodiversitร , diffondere la conoscenza delle piccole realtร  produttive, creare occupazione e reddito in un territorio concepito come Food-Value System.
Nel corso della due giorni non sono mancati focus sulle componenti culturali e immateriali, dalla installazione multimediale โ€˜Legumi ad opera dโ€™arteโ€™, carosello di immagini artistiche sul tema, curata da Valentina Dolgetta, alla riproposizione delle antiche Cene di Ecate, in cui gradevoli momenti conviviali – sapientemente curati dal catering di Francesca Dโ€™Agostino e dalle incursioni culinarie di Agriturismo Prisco e Giovanna Voria – si sono alternati alle narrazioni di Biancarosa Di Ruocco che hanno coinvolto i presenti trasportandoli in un immaginifico viaggio tra panspermie e pianepsie, tra banchetti in onore di Afrodite, Saturnalia e feste del Re Fagiolo.
Prendendo, dunque, avvio dal โ€œben-essereโ€ del singolo, perseguito attraverso la diffusione di un corretto stile alimentare, passando per suggestioni evocative e di attualitร , il convegno โ€˜The Benevolent Beanโ€™ ha rappresentato lโ€™occasione per suggerire un modello di crescita responsabile e porne le prime basi. La patria della Dieta Mediterranea – che, come affermato con forza dal prof. Campanozzi, โ€˜o รจ Dieta Mediterranea, rispettosa dei canoni che la contraddistinguono, o non lo รจโ€™ – ha nella specializzazione produttiva legata allโ€™agroalimentare – chiosata nellโ€™immagine del panpiatto di Angelo Avagliano di Tempa del Fico che magnificamente sintetizza la filiera fra produzione, trasformazione, valorizzazione e consumo – la chiave vincente per attivare i potenziali locali di sviluppo.

TAG:asceafondazione alariokibslab
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