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‘Disastro al Lido Azzurro’: opposizione scrive a Noe, capitaneria, Arpac e Asl

I consiglieri Malandrino, Rizzo e Abate chiedono alle autorità di verificare le condizioni dell'area ed eventuali responsabilità penali e civili per gli interventi al Lido Azzurro.

Ernesto Rocco

15 Giugno 2016

I consiglieri Malandrino, Rizzo e Abate chiedono alle autorità di verificare le condizioni dell’area ed eventuali responsabilità penali e civili per gli interventi al Lido Azzurro.

AGROPOLI. Polemiche per lo stato in cui verso la località Lido Azzurro. I lavori antierosione che hanno portato alla realizzazione di una barriera nello spazio antistante la costa hanno peggiorato la situazione del tratto di litorale. Al fenomeno erosivo, spostatosi nella parte centrale della baia, ora si aggiunge quello dell’accumulo di poseidonia che sprigiona odori nauseabondi nell’aria. Numerosi cittadini hanno alzato la voce in vista dell’inizio della stagione estiva e del caso si sono interessati anche i consiglieri di minoranza Emilio Malandrino, Vito Rizzo e Agostino Abate.

“Al Lido Azzurro – spiegano – si ravvisa una situazione del tutto eccezionale per le condizioni di fatto dell’arenile ormai ridotto ad un miscuglio di riporti particolari e sovrapposti artificialmente, contornato da cumuli di alghe ammassate ai bordi della spiaggia ed altre, verosimilmente, coperte da questa nuova composizione simil-sabbiosa”. “Tale condizione – evidenziano – è causa di un costante e diffuso odore nauseabondo ai limiti, se non oltre, le condizioni di salubrità ambientale che si sviluppa verso il Lungomare S.Marco e verso l’area del centro cittadino e che è naturalmente oggetto di lamentele e rimostranze dei cittadini residenti, dei turisti e dei visitatori”. Nonostante le sollecitazioni, le interrogazioni e le richieste di interventi, fin ora nulla è stato fatto.

Di qui la decisione dei tre consiglieri di scrivere ai carabinieri del NOE, alla capitaneria di porto, all’Arpac e all’Asl Salerno di capire se se siano configurabili reati penali per le opere eseguite in zona e se le esalazioni possano superare “la normale tollerabilità” indicata nel codice civile. Al contempo Malandrino, Rizzo e Abate chiedono di valutare se necessario “un intervento immediato e congiunto in surroga all’Amministrazione Comunale, per evitare che tale disagio diventi pericolo e/o disastro ambientale con conseguente allarme sociale per la Comunità agropolese e per i numerosi turisti in arrivo nella nostra città; se esistono negligenze, e/o responsabilità omissive da parte degli organi deputati a tali controlli, in dispregio all’obbligo amministrativo, previsto a tutela della salute pubblica”.

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