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Amministrative 2016: il fenomeno della “lista civetta”

Diversi i casi di Lista Civetta nelle amministrative del comprensorio

A cura di Arturo Calabrese
Pubblicato il 5 Giugno 2016
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Elezioni comunali

Diversi i casi di Lista Civetta nelle amministrative del comprensorio

Numerose e variopinte le liste in corsa per le amministrative di oggi. Tanti i candidati alla carica di sindaco, innumerevoli quelli per la carica di consigliere. Tutti agguerriti e con grande voglia di approdare da vincitori a Palazzo di Città. Non sempre, però è così. Da qualche anno a questa parte si sta registrando il caso della “lista civetta”. Per lista civetta si intende una lista che è stata creata per appoggiare quella vera e propria. Scopo più importante della “civetta” è quello di evitare il commissariamento: nel caso in corsa ci sia soltanto una lista, affinché la tornata elettorale risulti valida è necessario che vada a votare il 50%+1 degli aventi diritto e cioè che si raggiunga il quorum, come per i referendum abrogativi. Se tale soglia non viene raggiunta, il comune subirà la sorte del commissariamento. Questo il destino di Celle di Bulgheria, dove nel 2014 a correre fu una sola lista e dove non si raggiunse la fatidica soglia. L’anno seguente, il 2015, per non sbagliare scesero in campo ben tre liste. Destino diverso per Sassano, dove l’anno scorso si raggiunse il quorum. E in questo 2016? Tante le liste civetta, alcune dichiarate, altre ufficiose. Emblematici i casi, tutti cilentani, di Pollica e Monte San Giacomo. Nel comune dei centenari era chiaro da subito che l’uscente Stefano Pisani sarebbe sceso in campo per governare altri 5 anni mentre avvolta nel mistero l’identità dello sfidante. A presentarsi ai blocchi di partenza è Sonia Palladino ma a detta dello stesso Pisani si tratta di «una lista concordata con la quale si collaborerà per portare a termine i progetti avviati». Situazione simile a Monte San Giacomo: l’uscente Raffaele Accetta ha vissuto una campagna elettorale in discesa dato che la lista capeggiata da Antonio Caporrino ha l’unica utilità di allontanare lo spettro del commissariamento. I due comuni citati contano ciascuno oltre 2mila votanti ma nei comuni più piccoli, con pochissimi votanti, si assiste allo stesso fenomeno. Si possono prendere ad esempio Tortorella e Monteforte. Messi insieme superano appena i 1600 aventi diritto di voto ma la problematica presente nei grandi centri è ugualmente presente. A Tortorella dominio incontrastato di Nicola Tancredi che piazza la sua ex assessore Gabriella Nicolaio alla guida di una civetta. Tancredi è alla guida di Tortorella da oltre dieci anni (come vicesindaco nell’ultima consiliatura) ed è quindi lanciatissimo per la nuova investitura. Stessa situazione a Monteforte, dove l’uscente Antonio Manzi è in corsa per il terzo mandato senza interruzione. La seconda lista guidata da Giovanna Rizzo è stata presentata a causa «della difficoltà di arrivare al quorum – dichiara Manzi – e per evitare un disastroso commissariamento». Il termine “lista civetta” può essere anche utilizzato per indicare un altro fenomeno molto particolare che sta prendendo piede nel Cilento ed è, ovviamente, tutto Made in Italy. Per legge i militari che ricoprono ruoli amministrativi hanno diritto ad agevolazioni e all’avvicinamento, cioè ad essere destinati ad un caserma vicina al comune amministrato. L’espediente risulta essere facilissimo nei comuni con pochi abitanti dove i criteri di presentazione di una lista sono piuttosto blandi e la possibilità di accettazione è alta. Così facendo i candidati, seppur sconfitti, si assicurano un prezioso posto in seno al consiglio comunale. Sembrerebbe il caso di Controne dove un candidato è alla guida di una lista di militari, anche non residenti. Da sottolineare che la lista civetta è assolutamente legale. Fatta la legge, trovato l’inganno.

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