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Accoglienza dei profughi: diocesi di Teggiano-Policastro da record, Vallo della Lucania ferma al palo

Ecco i dati dell'accoglienza dei profughi nel Cilento e Vallo di Diano. La diocesi di Teggiano-Policastro è la più attiva.

A cura di Fiorenza Di Palma
Pubblicato il 2 Giugno 2016
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Ecco i dati dell’accoglienza dei profughi nel Cilento e Vallo di Diano. La diocesi di Teggiano-Policastro è la più attiva.

L’ultimo sbarco ha portato sulle coste di Salerno 1017 migranti. Una volta giunti al porto sono stati accolti da volontari e forze dell’ordine. Successivamente smistati su indicazione delle Prefetture tenendo conto dei centri e delle località che hanno accolto la richiesta di ospitarli. A questo punto spetta ai comuni gestire la seconda fase dell’accoglienza. Attualmente in Italia sono soprattutto le Diocesi e le associazioni ad esse legate ad occuparsi della sistemazione dei profughi. Nel Cilento e Vallo di Diano la più attrezzata è quella di Teggiano Policastro. Sono infatti 919 i migranti ospitati sul territorio, circa duecento arrivati soltanto nell’ultimo mese.

«I progetti avviati mirano all’ integrazione,non serve perseguitare questi disperati in arrivo», spiega il vescovo Antonio De Luca al “Il Mattino”.

L’ osservatorio della Diocesi di Teggiano-Policastro punta quindi a cercare lavoro, casa, e assistendo gli stranieri nel rapporto con il sistema della burocrazia e della sanità italiane. «Il primo traguardo è insegnare a questa gente la lingua italiana, presupposto di inserimento», ha sottolineato il vescovo.

Se Teggiano-Policastro si segnala per record positivi, quella di Vallo della Lucania è ferma a zero. In Campania soltanto altre quattro fanno registrare lo stesso dato: Alife-Caiazzo, Amalfi-Cava, Nocera-Sarno, Sessa Aurunca. I numeri negativi, però, non dipendono da una volontà dei vescovi. Spesso, infatti, va considerata l’assenza delle caratteristiche richieste dalla legge ad ospitare i migranti. Inoltre, spiegano dalla Caritas campana, nei dati ufficiali non sono considerate le parrocchie che ospitano immigrati in situazioni di emergenza i quali non risultano catalogati.

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