Attualità

Il cemento di Paestum e di Elea-Velia

Una lotta contro l’indifferenza, l’indulgenza e la scelleratezza.

Giuseppe Di Vietri

9 Marzo 2016

Una lotta contro l’indifferenza, l’indulgenza e la scelleratezza.

Ieri, 8 marzo, sulle pagine di Repubblica il direttore di Paestum ha denunciato come il territorio amato da Goethe sia invaso e minacciato dalla cementificazione e quant’altro.
Riallacciandoci a quanto scritto dal direttore pestano Gabriel Zuchtriegel sul problema delle cementificazione e approfittando proprio di una data significativa come l’8 Marzo, quando nel 1964 Mario Napoli portò alla luce Porta Rosa, parliamo della questione cementificazione intorno ad Elea-Velia.
Ebbene nel lontano 2005 venne emanata la Legge Regionale n.5 (come il profumo di Chanel) che ha creato una buffer zone attorno all’antica città di Parmenide (consultabile qui).
Questa legge ha previsto la “Costituzione di una zona di riqualificazione paesistico ambientale intorno all’antica città di Velia” nei Comuni di Ascea e Casalvelino, prevedendo che entro un anno i due Comuni e le due Soprintendenze (quell’Archeologica e quella per i Beni architettonici e per il Paesaggio) si adoperassero per la realizzazione di un piano particolareggiato che ad oggi, ad oltre dieci anni di distanza, non c’è.
L’inattività delle istituzioni è grave su tutti i livelli per una serie di questioni:
1. All’interno dell’area è stato fatto “divieto, fino all’approvazione del piano particolareggiato di riqualificazione, di apportare ogni modifica dell’assetto del territorio o realizzare qualsiasi opera edilizia, con esclusione di interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici.” (art.2)
2. La legge prevedeva espressamente che in caso di inattività, entro dodici mesi dall’approvazione della legge stessa, la Regione Campania avrebbe provveduto alla nomina di un Commissario ad acta;
3. Per la redazione del Piano particolareggiato di riqualificazione erano previsti ben 9 milioni di euro nei bilanci 2005, 2006, 2007.

Dalle notizie in mio possesso il Piano particolareggiato è sul tavolo e vedrà la luce nei prossimi mesi ma il dato importante è un altro: tutti gli interventi urbanistici realizzati in questi anni e contrari alle Legge?
Non c’è un dato, non c’è stato un monitoraggio, niente di niente. Eppure, ad occhio, qualche intervento è stato fatto…
Il problema non è chi ha operato abusivamente, ma chi è stato eventualmente autorizzato ad intervenire dall’Ente che per Legge non poteva autorizzare, creando così per il privato un diritto acquisito difficile ora da intaccare e danneggiando irrimediabilmente ciò che è Patrimonio dell’Umanità.
Se su quello che è stato già fatto è difficile intervenire, è doveroso muoversi affinché non si continui ad agire in barba alla legge fino a quando il Piano Particolareggiato non viene approvato.
Per questo fine ho elaborato una proposta di delibera, indirizzata ai Comuni interessati di Ascea e Casalvelino, affinché vigilino sull’area e controllino la conformità alla legge delle domande presentate ai loro uffici e delle relative autorizzazioni concesse e, qualora ci trovassimo in una situazione di illegalità, di adottare tutte le misure del caso.

Per questo chiedo pubblicamente attraverso queste pagine ai sindaci di Ascea e di Casalvelino, Pietro D’Angiolillo e Silvia Pisapia, di adottare questa delibera di indirizzo e prego, di tutto cuore, l’assessore regionale al turismo Corrado Matera, i deputati Tino Iannuzzi e Simone Valiante che hanno più volte espresso attenzioni per questo tesoro, il Presidente del Parco Tommaso Pellegrino e tutti i soggetti che hanno sottoscritto il Protocollo per Elea-Velia, di spingere in questa direzione senza tentennamenti di sorta.
Mi rendo perfettamente conto che proporre una cosa del genere, che va a colpire interessi privati, magari a ridosso di tornate elettorali, sia potenzialmente sconveniente per un politico, ma fare politica è una questione di responsabilità; una responsabilità che ha il peso di 2500 anni di Storia e non può sospendersi per ragioni di opportunità contingenti.
Questa delibera è un primo passo, il successivo sarà l’elaborazione del Piano del Parco archeologico, previsto dalla legge n.77 del 2006 e dalle Linee guida per la costituzione e valorizzazione dei parchi archeologici adottato dal MiBACT il 16 aprile 2012 con decreto  (GU Serie Generale n.179 del 2-8-2012 – Suppl. Ordinario n. 165).

Se Elea-Velia sta a cuore alla nostra classe dirigente è il caso che si faccia ciò che è doveroso fare, adesso.

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