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Il segretario di Vassallo: Angelo sapeva che il territorio era invaso dalla camorra

Angelo Vassallo sapeva che il Cilento era invaso dalla camorra e la combatteva. Ecco cosa ha detto il segretario comunale che ha seguito il sindaco pescatore.

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 19 Ottobre 2015
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Angelo Vassallo sindaco pescatore

Angelo Vassallo sapeva che il Cilento era invaso dalla camorra e la combatteva. Ecco cosa ha detto il segretario comunale che ha seguito il sindaco pescatore.

«Il Sindaco Pescatore sapeva che il territorio era stato invaso, così come tutto il Cilento, da organizzazioni camorristiche e alcune delle sue ordinanze “forti” sono la conferma della sua consapevole decisione di aggredire questa cultura».

A dirlo è Gerardo Spira, già segretario comunale di Pollica. L’avvocato cilentano affida al periodico della fondazione intitolata ad Angelo Vassallo alcune riflessioni relative alla sua morte, nelle quali ribatte anche alla frase del primo cittadino pollichese, Stefano Pisani, secondo cui l’omicidio del sindaco pescatore non sarebbe avvenuto per mano della camorra

«La mano armata che ha brutalmente eliminato una figura di così grande peso – spiega Spira – non ha potuto essere di uno qualsiasi, ma di uno che lo ha visto, come un insormontabile ostacolo ad un progetto che mai e poi mai il sindaco di Pollica avrebbe fatto passare contro le ragioni e gli interessi pubblici».

«Le indagini antimafia – aggiunge l’avvocato – vanno in questa direzione perché il territorio cilentano è stato, da tempo, già aggredito dagli interessi speculativi. E gli interessi speculativi non appartengono certamente alla cultura legale».

Secondo Spira, quindi, non ci sono dubbi sul fatto che Vassallo sia stato ucciso da un’orgnaizzazione criminale poiché era un sindaco intransigente che «Agiva e disponeva, con ferma decisione, contro gli abusi e i poteri illegali» poiché «La camorra esiste e sotto diverse forme, e si è insediata soprattutto lì dove vi sono condizioni di affari ed i Comuni non sono indenni!»

Quindi il «Sindaco Pescatore sapeva che il territorio era stato invaso, così come tutto il Cilento, da organizzazioni camorristiche».

«Quando un sindaco emette un’ordinanza di pura violazione amministrativa – evidenzia Spira – svolge il proprio dovere istituzionale. Quando, invece, la sua ordinanza è diretta a fermare o smantellare un illecito affare economico vuol dire che interviene in persona dello Stato sostituendo tutto e tutti. La forza della garanzia legale era il substrato dell’azione di Angelo Vassallo.

Di qui l’invito a rispettare «la sua nobile ed elevata memoria abbassando rispettosamente la testa al suo sacrificio».

TAG:angelo vassalloCilentopollicastefano pisani
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