Attualità

San Matteo, storia e leggende di un “lungo cammino”

La storia di San Matteo, un santo legato a doppio filo con il Cilento.

Giuseppe Conte

19 Settembre 2015

San Matteo

Fra Velia, e Casalicchio all’incontro è un’isola formata da due fiumi, cioè dall’Alento, da per se stesso chiaro, è nominato, e da un altro piccolo senza nome, che cala dalle falde della Montagna detta Stella. Ab antico fu qui una chiesa, che sussiste ancora, dedicata a San Matteo, e si chiama S. Matteo ad duo flumina.
(Giuseppe Antonini in La Lucania, Discorsi)

Secondo la tradizione le reliquie dell’Apostolo Matteo furono rinvenute in Lucania, senza fornire dati significativi sulla località precisa del ritrovamento. La storiografia, invece, ci fornisce un dato in più: furono portate qui intorno al V secolo e vi rimasero per i quattro secoli successivi. Solo in seguito, tramite studi più approfonditi, il luogo del ritrovamento viene identificato con l’antica Velia. Tuttavia, i racconti dell’epoca apportano versioni contrastanti e solo in tempi più recenti si è concordi nel sostenere che fu proprio Velia la città in cui vennero rinvenute le spoglie del Santo.

Dati agiografici. San Matteo svolse la sua missione di evangelizzazione in Etiopia. Fu scelto da Gesù come uno dei suoi dodici Apostoli ed è considerato autore del Vangelo secondo Matteo. Nell’iconografia viene quasi sempre raffigurato anziano e barbuto e per via della sua professione di esattore delle tasse è considerato protettore di banchieri, commercialisti e professioni similari. È patrono di diverse località tra cui la città di Salerno.

Tra storia e leggenda: il lungo cammino di una “traslatio” a tappe. Dapprima le spoglie di San Matteo erano state portate in Bretagna: in seguito secondo leggende fatte di sogni e rivelazioni, giunsero a Velia. Da Velia San Matteo fu traslato nella località “ad duo flumina” un’isola fluviale formata dall’Alento e un suo affluente che all’epoca aveva una propria foce a mare. Nell’odierna Marina di Casal Velino il culto del Santo assunse notevole importanza tanto da essere rimasto ben radicato ancora oggi. Nella piccola cappella le spoglie dell’Apostolo riposarono prima di riprendere il viaggio verso la città di Salerno. All’interno della chiesetta un’iscrizione del XVIII secolo ricorda l’evento.
Da Casal Velino a Capaccio. Lasciato l’insediamento dei velini, le spoglie partirono per l’antica Caputaquis. La distanza tra le due località rese l’impresa non poco difficoltosa tanto da far decidere al Vescovo di Paestum che seguiva i lavori, di far sosta a Rutino nella Chiesa di San Pietro. Secondo la leggenda, i portatori stremati per le fatiche del trasporto, stavano quasi per accasciarsi al suolo poco prima di giungere in paese. Fu in quel punto che miracolosamente sgorgò una sorgente e dissetò i portatori: ancora oggi è visibile la fontana che porta proprio il nome di San Matteo. Giunsero finalmente nella città dei templi ove sostarono nella cattedrale prima di compiere l’ultima tappa del lungo viaggio.
L’ultima tappa. Per impedire che le preziose spoglie fossero trafugate in vista delle continue incursioni Saracene, partirono alla volta di Salerno e nel 954 giunsero in città dove furono accolte nella Chiesa di Santa Maria, prima di essere sistemate definitivamente nelle splendide architetture del Duomo.

La festività. Il 21 Settembre con solennità, viene celebrata la festa di San Matteo sia nel luogo di partenza sia nel luogo di arrivo di questo “grande viaggio”: Marina di Casal velino e Salerno.

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