Stefano Sansone è il nuovo presidente della Comunità del Parco. Si chiude così un periodo tribolato durante il quale le elezioni al parlamentino del Cilento, Vallo di Diano e Alburni avevano monopolizzato il dibattito politico locale, andando a determinare una frattura nel Pd, prima apparentemente schierato in modo unanime dalla parte del sindaco di Ascea e poi diviso sulla scelta, con il nome del primo cittadino di Omignano, Raffaele Mondelli, a farsi largo tra i dissidenti.
Il bilancio del presidente uscente
La seduta si è aperta con il bilancio tracciato da presidente uscente Salvatore Iannuzzi. L’amministratore cilentano ha evidenziato il buon lavoro svolto in questi anni, parzialmente interrotto a causa dell’emergenza covid. “Abbiamo affrontato tante criticità nel documento programmatico del Parco”, ha sottolineato Iannuzzi. Tra gli argomenti oggetto di programmazione la sanità, con l’obiettivo di creare un ospedale unico del Parco; l’impegno per l’aeroporto; la valorizzazione dei beni dell’Ente; la metanizzazione; ma anche problemi atavici come gli abusi edilizi sul territorio.
“L’iniziativa più forte – ha precisato il presidente uscente – è stata quella delle Zea, le zone economiche ambientali. Siamo stati il tramite per una proposta di legge. Abbiamo dimostrato che la defiscalizzazione può aiutare le attività nelle aree Parco. La legge è stata finanziata e deve essere recuperata e nuovamente finanziata, anche ampliata ad esempio con la defiscalizzazione degli stipendi di chi viene a lavorare sul nostro territorio”.
“Dobbiamo proseguire su questa strada, tanto è stato fatto e tanto può essere ancora fatto ma dobbiamo mantenere compattezza”, ha concluso.
Il dibattito e le tensioni
Dopo il dibattito si è arrivati al momento più atteso, confermato anche dalla presenza di tutti gli amministratori facenti parte dell’organismo (sindaci, presidenti delle comunità montane, e un delegato della Regione – Nello Mastursi) e dei rappresentanti provinciali del Pd, timorosi di una spaccatura che fin ora non si era mai registrata in seno ai Dem e di conseguenza tra sostenitori del presidente della Regione, Vincenzo De Luca.
Prima delle votazioni i due candidati hanno espresso i loro pensieri indicando le priorità da attuare, puntando sull’implementazione dei servizi, sulla tutela dell’ambiente, sul turismo.
Il sindaco di Bellosguardo, Giuseppe Parente, e quello di Monte San Giacomo, Angela D’Alto, hanno rivolto un appello all’unità, tuttavia rimasto inascoltato. Il sindaco di Laurito e presidente della Comunità Montana Bussento, Lambro e Mingardo, Vincenzo Speranza, ha invitato a non trasformare l’assemblea in una direzione di partito. Nanni Marsicano, delegato di Pisciotta ed esponente di Forza Italia, ha invitato all’unità territoriale ed ha attaccato gli esponenti Pd: “non siete uomini d’onore”.
Non sono mancati altri momenti di tensione, come quello tra il delegato della regione Campania, Mastursi, e il sindaco di Cuccaro Vetere, Simone Valiante.
La seduta è stata sospesa quindici minuti. Alla ripresa le posizioni non sono cambiate: parte del Pd ha continuato a sostenere Sansone, parte (insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia) ha appoggiato Mondelli al quale era stata proposta dai vertici salernitani del Pd la vicepresidenza, ipotesi rispedita al mittente.
Le votazioni
A prevalere il sindaco di Ascea. Per lui 59 voti (28 per Mondelli). Più snella l’elezione del vicepresidente. Si tratta del sindaco di Giungano Giuseppe Orlotti, unico candidato.
Il risultato odierno mette in evidenza la definitiva spaccatura del territorio.
Un dato non da poco, da analizzare sul fronte politico. Nell’era De Luca mai si erano segnalate tali divisioni.