Resterà nel ricordo di ciò che era il carcere di Sala Consilina. Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello del Comune per chiederne la riapertura, chiudendo così una vicenda che dura da nove anni.
Battaglia legale iniziata nel 2015
Nel 2015, il Ministero della Giustizia aveva deciso di sopprimere la casa circondariale, in seguito alla chiusura del Tribunale, dando avvio a una battaglia legale da parte del Comune e dell’Ordine degli Avvocati. Inizialmente, era stato presentato un ricorso al Tar, parzialmente accolto, seguito da un appello al Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha ritenuto valida solo una delle otto motivazioni presentate dall’amministrazione comunale: la mancanza di coinvolgimento del Comune nella decisione.
Nella sentenza, i giudici avevano già evidenziato le limitate prospettive per il carcere di Sala Consilina, non riconoscendo la violazione del diritto di territorialità e definendo l’istituto penitenziario inadeguato sotto il profilo della sicurezza, oltre che troppo piccolo e costoso per essere sostenibile. Nel 2020, la procedura per la riapertura del carcere è stata riavviata con il coinvolgimento del Comune, ma nel 2021 il nuovo ricorso è stato perso al Tar, e ora è arrivata la sconfitta finale presso il Consiglio di Stato.
La sentenza
I giudici di Palazzo Spada hanno respinto le argomentazioni del Comune, che si era basato su presunte disparità di trattamento, carenze istruttorie e sull’esistenza di un progetto di adeguamento dell’edificio. La casa circondariale rimane chiusa, lasciando in sospeso la questione su chi dovrà occuparsi dell’edificio.