Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sulla revisione della geografia giudiziaria, dando il via libera alla riapertura di alcuni tribunali storici soppressi nel 2012. Una svolta attesa da anni, che però lascia l’amaro in bocca al territorio del Vallo di Diano: il tribunale di Sala Consilina non figura tra quelli destinati al ripristino.
Sala Consilina ancora fuori
Il provvedimento, presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, prevede la riattivazione dei tribunali di Bassano del Grappa, Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, oltre alle sezioni distaccate di Ischia, Lipari e Portoferraio. Nessun cenno, però, a Sala Consilina, soppresso nel 2013 e accorpato al tribunale di Lagonegro, in Basilicata, appartenente a una diversa regione e a un’altra Corte d’Appello.
Una scelta che ha scatenato delusione, rabbia e amarezza tra cittadini, istituzioni e operatori del diritto. Il presidio di giustizia di Sala Consilina, considerato efficiente e strategico, serviva un’area vasta e popolosa a cavallo tra Campania, Basilicata e Calabria. La sua chiusura ha comportato enormi disagi in termini di accessibilità e rallentamenti nella gestione dei procedimenti.
La storia
Anche il carcere di Sala Consilina, chiuso da anni, è rimasto escluso dal Piano Carceri 2025–2027, annunciato contestualmente dal ministro Nordio.
La nuova riforma punta a rendere più efficiente l’organizzazione giudiziaria, garantendo maggiore prossimità ai cittadini delle aree periferiche. Ma la mancata inclusione di Sala Consilina contraddice questo obiettivo, secondo le amministrazioni locali, che parlano di disattenzione strutturale e politica nei confronti della provincia di Salerno e delle sue aree interne.
Eppure, non tutto è perduto. Il disegno di legge deve ora affrontare l’iter parlamentare, dove potrebbero emergere modifiche o integrazioni. In molti confidano che proprio in questa fase venga colmata la grave lacuna rappresentata dall’assenza di Sala Consilina nell’elenco dei tribunali da riaprire.