La Procura della Corte dei conti di Campania ha citato in giudizio 17 consiglieri regionali e ex consiglieri, oltre a dirigenti, per un presunto danno erariale di 3,6 milioni di euro. Al centro della vicenda, l’erogazione di indennità extra, pari a circa 40.000 euro l’anno, ai collaboratori dei consiglieri stessi.
Un’accusa pesante
Secondo l’accusa, i consiglieri regionali avrebbero autorizzato il pagamento di queste indennità a “responsabili di segreteria delle commissioni consiliari e coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari”, classificandoli come dirigenti pur non possedendo i requisiti necessari. Un atto definito dalla Corte dei conti come “criptico, non motivato, oscuro”.
Chi sono gli indagati
Tra gli indagati figurano il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, i consiglieri Massimo Grimaldi, Loredana Raia, Valeria Ciarambino, Andrea Volpe, Fulvio Frezza, Alfonso Piscitelli, e gli ex consiglieri Rosa D’Amelio, Antonio Marciano, Vincenzo Maraio, Flora Beneduce, Ermanno Russo, Tommaso Casillo, oltre a diversi dirigenti.
Un danno erariale di 3,6 milioni di euro
Le indennità extra contestate riguardano il triennio 2019-2022 e ammonterebbero complessivamente a 3,6 milioni di euro. Una cifra considerevole che ha indotto la Corte dei conti ad agire.
La difesa dei consiglieri
Alcuni dei consiglieri regionali coinvolti nell’inchiesta hanno sostenuto che l’erogazione delle indennità fosse frutto di “un atto di autorganizzazione dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale”. Tuttavia, questa giustificazione non è stata ritenuta sufficiente dalla Corte dei conti.
Le prossime udienze
La prima udienza del processo è già fissata per il prossimo 26 giugno. Sarà in quell’occasione che i consiglieri regionali dovranno rispondere alle accuse mosse dalla Procura della Corte dei conti e provare a dimostrare la legittimità delle indennità erogate.