Curiosità

Luisa Sanfelice, 225 anni fa l’esecuzione che fece nascere un’icona della rivoluzione

L’11 settembre 1800 Luisa Sanfelice fu giustiziata a Napoli. La sua tragica fine la rese simbolo della Repubblica Napoletana e ispirò letteratura e memoria.

Chi era Luisa Sanfelice

Maria Luisa Sanfelice, conosciuta anche come Luigia, nacque a Napoli il 28 febbraio 1764, figlia del generale borbonico don Pedro de Molina e di Camilla Salinero. A soli 17 anni sposò il cugino Andrea Sanfelice, entrando nella nobiltà dei Duchi di Agropoli e Laureana. Il Castello Angioino Aragonese di Agropoli fu per anni la sua residenza preferita, tra il 1783 e il 1791.

La storia

La sua figura si lega indissolubilmente alla Rivoluzione Napoletana del 1799. Eroina involontaria, Luisa divenne protagonista di un episodio che cambiò il corso degli eventi: ricevette un salvacondotto dall’ufficiale borbonico Gerardo Baccher, innamorato di lei, ma lo consegnò al suo amante giacobino Ferdinando Ferri. Questo gesto permise ai repubblicani di sventare una congiura e giustiziare i fratelli Baccher, scatenando la vendetta dei monarchici.

La morte

Luisa fu arrestata, processata e tentò invano di salvarsi simulando una gravidanza. Trasferita a Palermo, la verità venne a galla. Il ritorno dei Borbone decretò la sua condanna: l’11 settembre 1800 fu giustiziata in piazza Mercato a Napoli, prima sgozzata e poi decapitata. Aveva 36 anni.

La sua vicenda ha ispirato storici e scrittori, da Pietro Colletta a Benedetto Croce, fino ad Alexandre Dumas padre, che le dedicò un romanzo. Con l’Unità d’Italia, la sua figura fu riabilitata e riconosciuta come simbolo della Repubblica Partenopea e della lotta per la libertà.

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