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Il Tartufo Bianchetto di pineta costiera ottiene il marchio PAT

"Un grande riconoscimento che dà la giusta importanza a un tartufo, di cui la Campania è uno dei maggiori produttori nazionali"

A cura di Ernesto Rocco
Pubblicato il 22 Marzo 2024
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Tartufo Bianchetto

Il Tartufo bianchetto di Pineta Costiera, il cui nome scientifico è Tuber Borchii Vittadini , entra ufficialmente nell’Elenco Nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, grazie all’impegno di un’equipe di professionisti e all’attività svolta dalla Regione Campania.

L’importanza delle associazioni

Fondamentale il contributo delle Associazioni, che hanno lavorato con caparbietà affinché le area pinetate, del salernitano  e del  casertano fossero rivalutate anche su questo fronte, facendo ottenere al bianchetto di pineta, il marchio Pat (prodotto agricolo tradizionale). Del progetto se ne sono occupati: Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania; alla dott.ssa Agnese Rinaldi, funzionaria della Regione Campania, componente della commissione funghi e tartufi; Asso Tartufai Campania, presieduta dalla dott.ssa  Noemi Iuorio; Leda Tonziello, vicepresidente dell’associazione “Domizia”; Michele Caputo, micologo specializzato in progettazione e realizzazione delle piante micorizzate; Vivaio Improsta di Eboli della Regione Campania, diretto dal dott.Pasquale Santalucia; Peppe Scialla, consigliere comunale di Castel Volturno e molti tartufai intervenuti a supporto.

Il commento

Iuorio Noemi, presidente di Asso Tartufai Campania : “Un grande riconoscimento che dà la giusta importanza a un tartufo, di cui la Campania è uno dei maggiori produttori nazionali. Il Tartufo bianchetto delle pinete costiere, è stato inserito nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali ai sensi dell’articolo 12, comma 1, della legge 12 dicembre 2016, n. 238. Si tratta di un prodotto che valorizza l’area costiera Campana, ponendo le basi per un nuovo sviluppo turistico -enogastronomico. La fascia pinetata campana nasce tra gli anni 50’ e 60’ ed è costituita soprattutto da conifere per la maggior parte Pino marittimo, Pinus pinaster Aiton. Nel corso degli anni questa pineta ha mostrato di offrire oltre all’azione frangivento, motivo dell’impianto, altri servizi ecosistemici come quello di produrre tartufi, nello specifico il Tuber borchii”.

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“Nel corso degli ultimi decenni, però, la fascia costiera Salernitana, (ma anche quella Casertana), è stata letteralmente prese d’assalto da cavatori che utilizzando pratiche errate hanno distrutto notevolmente gli habitat presenti, e a questo si associa la mancata gestione della pineta, lasciata a se stessa! L’invecchiamento della pineta è un’altra variabile da non sottovalutare, è necessaria, pertanto, rinnovare la pineta con la piantumazione di nuovi alberi. Negli ultimi anni, Asso Tartufai Campania, si è battuta, per la fascia pineta, soprattutto, quella ebolitana, richiedendo supporto nei controlli da parte delle forze dell’ordine e con l’aiuto di associazioni di vigilanza ambientale, che hanno stretto una forte sinergia con l’ Ente Riserve Naturali Foce Sele – Tanagro – Monte Eremita – Marzano, come Accademia Kronos, hanno permesso quantomeno un non peggioramento della situazione, ma ciò non è sufficiente. La Regione Campania, ha un ruolo centrale, in quanto già, si è protagonista di eventi di valorizzazione e promozione del tartufo bianchetto di pineta negli anni, ma soprattutto sostiene con forza un progetto di recupero delle aree maggiormente danneggiate. Un grazie per l’impegno profuso e per il continuo sostegno va ai funzionari regionali: dott Pasquale Santalucia, dott.ssa Agnese Rinaldi e dott. Luca Branca“, ha concluso

TAG:Cilentotartufo bianchetto
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