Nel weekend dell’11 e 12 ottobre 2025, tornano le Giornate FAI d’Autunno, l’iniziativa nazionale promossa dal FAI – Fondo Ambiente Italiano che apre al pubblico luoghi storici e suggestivi normalmente inaccessibili. Un’occasione unica per scoprire il patrimonio culturale e paesaggistico italiano attraverso visite guidate e attività speciali, con il coinvolgimento delle Delegazioni FAI, dei Gruppi FAI e dei giovani volontari.
“Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’occasione per scoprire e godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e valorizzazione”, sottolinea il FAI. Ogni visita sarà accompagnata dalla possibilità di sostenere la missione della Fondazione con una donazione.
Tra i luoghi aperti al pubblico spicca Palazzo Santa Maria, dimora storica del XVII secolo situata nel centro antico di Camerota (SA). L’edificio, affacciato sulla piazza principale del borgo, è circondato da un dedalo di stradine, chiese, cappelle e portali che conducono fino al castello medievale.
Tutti gli ambienti del Palazzo, dalle stalle alle cantine, fino al piano nobile e al sottotetto, sono stati valorizzati con arredi d’epoca e opere d’arte antiche e contemporanee, creando un habitat di grande fascino. Sede della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A. (Cultura Religioni E Arte), il palazzo ospita eventi culturali e musicali, tra cui il celebre Meeting del Mare.
Piazza Santa Maria, snc, CAMEROTA
Sabato: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:30
Domenica: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:00
Il percorso di visita non è fruibile a causa di barriere architettoniche che impediscono l’accesso al luogo
All’interno di Palazzo Santa Maria si trova il Museo M.U.T.R.A.C. (Museo Terracotta Riggiola Antica Campana), che espone circa 600 riggiole campane datate tra il ‘600 e i primi del ‘900. Le piastrelle, con le loro geometrie napoletane, sono vere e proprie opere d’arte sopravvissute al tempo.
Il museo conserva anche manufatti in terracotta di uso mercantile, come orci del ‘600 e giare dei secoli successivi, che raccontano le tradizioni del popolo cilentano.
Il borgo di Rocca Cilento, frazione di Lustra (SA), si erge a 635 metri e domina il territorio con il suo castello normanno. Documentato fin dal 963, fu sede della baronia dei Sanseverino.
In occasione della sesta edizione di Una Boccata d’Arte, il borgo ospita l’intervento artistico Pitch Point di Tild Greene (UK, 1994), curato da Giulia Pollicita. Il progetto esplora “gli spazi liminali e le discontinuità dell’architettura urbana”, con sculture installate nei passaggi del borgo e un portale-cancello in un campo da calcio dismesso, simbolo di un confine che non separa.
Via Garibaldi, 9 Rocca Cilento
Sabato: 10:00 – 13:30 / 15:30 – 19:00 (ultimo ingresso 18:30)
Domenica: 10:00 – 13:30 / 15:30 – 20:30 (ultimo ingresso 18:30)
Durata visita 30 minuti
Luogo accessibile a persone con disabilità
Palazzo Angelina, dimora signorile cilentana, accoglie i visitatori con un’atmosfera intima e raffinata. La visita a Palazzo Angelina consentirà di apprezzare quel vivere lento e raffinato tipico delle dimore signorili cilentane che la padrona di casa, Angela Caporella, è riuscita a ricreare partendo dai suoi ricordi personali e familiari. Nel cortile di ingresso la fontanella di marmo nella nicchia gorgoglia d’acqua.
É sormontata da una testa di capra che ricorda esempi di scultura romana. La capra è il simbolo di questo luogo. Non a caso la padrona di casa ha deciso di ribattezzare la sua residenza The Flying Goat – La capra volante-, a ricordo della vocazione pastorale di queste alture, tuttora molto praticata nella zona. Ma anche in omaggio a una capretta che è riuscita a salvare dalla consueta ecatombe pasquale, adottandola come mascotte.
Via Garibaldi, 2, Rocca Cilento
Un altro luogo aperto al pubblico è dedicato alla memoria di Adele Mazzei, maestra che ha rappresentato un faro di dignità, speranza e impegno civico per la comunità. Con questa apertura si vuole far conoscere la storia personale di una donna che finisce per diventare la storia di un paese. Il desiderio di una giovane donna di trovare attraverso lo studio e il lavoro, la strada della propria indipendenza e realizzazione personale, in un’epoca che quasi mai lo consente, diventa il desiderio di una comunità che vuole emanciparsi dall’ignoranza e affida alla Maestra Adele i propri figli affinché, attraverso l’istruzione, possano riscattarsi dalla loro condizione.
La storia di Adele Mazzei è quella di tanti Maestri eroi che nelle aree interne del nostro paese e in tempi di estrema difficoltà hanno rappresentato per le comunità un faro di dignità, speranza e impegno civico.