La scena politica di Sapri si fa sempre più tesa dopo la chiusura del punto nascita. La questione è approdata anche in Consiglio comunale dove si è registrato un acceso dibattito che vede contrapporsi la maggioranza e la minoranza. L’ultima proposta, avanzata dal consigliere di minoranza Emanuele Vita, è drastica: le dimissioni in blocco dell’intero Consiglio, da rimettere nelle mani del Prefetto di Salerno.
Secondo Vita, questo “gesto forte” sarebbe l’unico modo per difendere l’immagine e la dignità di una città che, a suo dire, “è ormai lesa nei suoi diritti”. La proposta, però, è stata respinta dal sindaco, che ha preferito puntare su una strategia diversa, quella degli “scioperi generali”. Una mossa che, secondo la minoranza, manca di un obiettivo chiaro e rischia di non portare a risultati concreti.
Il consigliere Vita ha espresso la sua ferma opposizione anche a una seconda strada: quella di sostenere i candidati che, con l’avvicinarsi delle elezioni, torneranno a farsi vivi con le solite promesse. Per la minoranza, la vera soluzione non risiede né negli scioperi né nel sostegno a futuri candidati, ma in un unico, fondamentale strumento: il voto. Il consigliere ribadisce che il voto resta l’unico vero modo per i cittadini di far sentire la propria voce, in un contesto politico in cui Sapri sembra aver perso ogni ruolo e peso.
La questione sollevata da Emanuele Vita punta il dito direttamente sulla responsabilità politica. Chi ricopre incarichi istituzionali, afferma, ha il dovere di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, e in questo senso, le dimissioni dell’intero Consiglio rappresenterebbero un atto di coraggio e di chiarezza nei confronti della cittadinanza.