La Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia per la violazione del diritto al rispetto della vita privata di 151 cittadini residenti nei comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi. I ricorrenti si erano rivolti alla Corte di Strasburgo nel 2018, denunciando i danni subiti a causa dell’inquinamento ambientale prodotto dalle Fonderie Pisano, situate a meno di 6 km dalle loro abitazioni.
La CEDU evidenzia l’inerzia delle autorità nonostante i precedenti effetti nocivi
La CEDU ha sottolineato come, pur riconoscendo gli effetti di alcune misure adottate dopo il 2016 per minimizzare l’impatto nocivo dell’attività della fonderia, le autorità italiane, nell’autorizzare la prosecuzione dell’attività, non abbiano adeguatamente considerato i significativi effetti negativi pregressi sulla popolazione locale derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento.
«Nonostante gli effetti tangibili di misure adottate dopo il 2016, volte a ridurre al minimo gli effetti nocivi dell’attività della fonderia, le autorità, nell’autorizzare la prosecuzione dell’attività, non hanno considerato i precedenti effetti nocivi significativi sulla popolazione locale derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento», si legge nella sentenza.
La reazione del consigliere regionale Cammarano (M5S): “Le istituzioni hanno voltato le spalle ai cittadini”
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Campania, Michele Cammarano, ha commentato duramente la sentenza della CEDU: «La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo conferma quello che, insieme al comitato Salute e Vita, sosteniamo da tempo in merito alle Fonderie Pisano. Le istituzioni hanno voltato le spalle ai cittadini di Salerno e della Valle dell’Irno, lasciandoli esposti all’inquinamento causato dalle Fonderie, nel cuore di Fratte».
Cammarano ha ripercorso le sue azioni istituzionali: «Ho presentato esposti, interrogazioni e richieste di intervento a tutti i livelli, chiedendo verifiche puntuali sul rispetto delle normative ambientali, sui livelli di emissioni e sulla reale tutela della salute pubblica. Ho sollecitato l’installazione di centraline di rilevamento efficaci e trasparenti, per ottenere dati certi sull’inquinamento atmosferico che grava ogni giorno su migliaia di persone. Ho chiesto la revoca delle autorizzazioni all’attività dello stabilimento, segnalando più volte la gravità della situazione, sia dal punto di vista ambientale che sanitario».
Il consigliere ha concluso ribadendo l’impegno a proseguire la battaglia: «Non ci siamo mai fermati e non lo faremo adesso. Continueremo a lottare perché le Fonderie Pisano vengano chiuse definitivamente e perché nessuna comunità sia più costretta a scegliere tra lavoro e salute».