
Si è svolta questa mattina, nell’aula “Falcone-Borsellino” del Tribunale di Vallo della Lucania, la terza udienza del procedimento noto come Caso Alfieri, il primo filone dell’indagine sui presunti appalti manipolati a Capaccio Paestum. L’udienza, iniziata alle 13:30, ha visto la presenza di tutti gli imputati accompagnati dai rispettivi avvocati difensori.
Il processo, trasferito dalla Procura di Salerno a quella cilentana, coinvolge l’ex sindaco Franco Alfieri, la sorella Elvira Alfieri, l’ex staffista Andrea Campanile, il funzionario comunale Carmine Greco, insieme a Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, già titolare e procuratore speciale della società Dervit. A presiedere l’udienza il Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania il magistrato Vincenzo Pellegrino.
La giornata ha segnato l’ingresso nella fase dedicata ai primi testimoni. Tra questi, ha preso posto in aula Nino Pagano, considerato il principale testimone della pubblica accusa. Pagano ha confermato quanto già dichiarato in fase investigativa, soffermandosi sulla gestione dell’attività amministrativa dell’Ente, in particolare sull’ambito degli appalti pubblici e sui rapporti con le società Gogea e Dervit. Durante la deposizione, ha inoltre richiamato i rapporti avuti in passato con Alfieri, affermando: “I miei rapporti si sono interrotti due giorni dopo le elezioni, questa è una cosa che sa tutta Capaccio”.
Al termine dell’udienza, gli avvocati della difesa hanno evidenziato come, nel contraddittorio, stiano emergendo elementi non rilevati nella fase investigativa e hanno espresso fiducia nella rapidità con cui il processo sta procedendo.
La prossima udienza è stata fissata per il 4 dicembre e prevede la convocazione di altri otto testimoni, ulteriore tappa di un calendario che, secondo la difesa, conferma il ritmo spedito con cui il dibattimento sta avanzando.