Nel silenzio della montagna, tra l’umidità della roccia e la luce che filtra dall’alto, c’è un culto che da secoli lega il cielo alla terra. È quello di San Michele Arcangelo, figura luminosa e guerriera, protettore delle acque e delle soglie, venerato in grotte, anfratti e santuari sparsi in tutta Europa. E proprio in uno di questi luoghi, tra i più suggestivi del Mezzogiorno, la Fondazione MIdA ha scelto di rendergli omaggio attraverso una mostra a cielo aperto, che sarà visitabile nello spazio esterno delle Grotte di Pertosa-Auletta dal 29 settembre, festa degli Arcangeli, fino alla fine di ottobre.
L’iniziativa intende celebrare un culto millenario che trova in questo territorio una delle sue espressioni più autentiche. Le Grotte di Pertosa-Auletta, scavate nella roccia viva e percorse dal fiume Negro, custodiscono al loro interno una suggestiva edicola votiva dedicata a San Michele, segno tangibile della devozione che nei secoli ha trasformato questa cavità naturale in uno spazio sacro. È proprio tra queste pareti che, sin dall’antichità, il buio si è fatto luogo di passaggio, di guarigione, di protezione.
La mostra trae ispirazione dal volume “Il culto micaelico nella provincia di Salerno. La Grotta dell’Angelo di Pertosa-Auletta”, a cura dell’archeologa Filomena Papaleo e pubblicato da Fondazione MIdA. I pannelli raccontano, con linguaggio accessibile e contenuti storicamente documentati, il profondo legame tra San Michele e il paesaggio rupestre del Vallo di Diano.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore in un viaggio che parte dal cuore della grotta e si allarga all’intero territorio circostante, dove la presenza micaelica si manifesta con forza. A Padula, la spiritualità certosina convive con quella popolare, nei monti che circondano la Certosa e nelle grotte votive dove si pregava in silenzio. A Sala Consilina, la tradizione vive nelle feste patronali, nei percorsi devozionali, nelle edicole che ancora oggi portano il nome di San Michele. A Sant’Arsenio, la grotta dedicata all’Arcangelo, con le sue vasche e le sue iscrizioni rupestri, è testimone di un culto che si è tramandato di generazione in generazione.
L’esposizione, gratuita e accessibile durante gli orari di apertura del sito, è pensata per chi vuole conoscere più da vicino questa storia antica che continua a parlare al presente. Grazie a un QR code installato lungo il percorso, i visitatori potranno scaricare gratuitamente lo stesso volume da cui è tratta la mostra, per approfondire un frammento prezioso di spiritualità, storia e identità del territorio. Un modo per scoprire, o riscoprire, come il culto di San Michele abbia attraversato i secoli, le montagne, le grotte e le anime, lasciando ovunque una scia di luce.
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