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Allarme nel Cilento: “Avverrà un evento catastrofico, ma non è prevedibile quando”

Una catastrofe nel Cilento che potrebbe avere serie conseguenze sull'economia dell'intera nazione. L'allarme dell'esperto: "Bisogna intervenire".

Sergio Pinto

26 Agosto 2015

Stazione di Pisciotta

Una catastrofe nel Cilento che potrebbe avere serie conseguenze sull’economia dell’intera nazione. L’allarme dell’esperto: “Bisogna intervenire”.

La tratta ferroviaria Tirrenica è a serio rischio a causa di una frana. A lanciare l’allarme è il professore Franco Ortolani, docente di geologia presso l’Università Federico II, secondo il quale la frana di Pisciotta, nei pressi di Rizzico, rappresenta una vera e propria “”Spada di Damocle sull’economia italiana incombente sulla linea ferroviaria di importanza strategica Battipaglia Reggio-Calabria”.

“Tra le stazioni di Pisciotta ed Ascea – spiega Ortolani – la rete ferroviaria scorre quasi completamente in due gallerie; il binario verso nord è quello più vicino al mare e all’altezza del Torrente Fiumicello scorre su di un viadotto che originariamente era alto circa 7-8 m rispetto all’alveo mentre tra il 2009 e il 2010 era più alto dell’alveo di 1-2m solamente a causa dell’accumulo di sedimenti vari”.

La frana esistente nei pressi del Vallone Fiumicello, tra i Comuni di Pisciotta ed Ascea, ha già determinato la chiusura della strada di Rizzico “Che – precisa Ortolani – presenta deformazioni distribuite lungo tutto il versante, rigonfiamenti e frane minori nell’alveo del Vallone Fiumicello che negli ultimi anni hanno causato la quasi completa occlusione della sezione fluviale su cui scorre la rete ferroviaria”.

Un grave dissesto si è già verificato alcuni anni fa in seguito a piogge molto consistenti che hanno determinato una piena nell’alveo del Vallone Fiumicello; l’acqua della piena ha sormontato il viadotto ferroviario e si è riversata lungo la galleria che collega Pisciotta con Ascea Marina. L’evento alluvionale è stato prontamente notato per cui è stato interrotto il transito dei treni.

Ma episodi simili e ben più gravi potrebbero avvenire a breve.
“La frana – spiega Ortolani – è del tipo scorrimento rotazionale con superfici profonde lungo le quali avviene il lento scivolamento delle rocce verso il Vallone Fiumicello. Le rocce interessate non sono rappresentate da un ammasso argilloso omogeneo ma da alternanze di rocce arenacee, marnose, calcaree ed argillose del Flysch del Cilento; la pendenza del versante interessato è elevata per cui vi è la possibilità che il dissesto (finora lento) possa avere una improvvisa accelerazione che risulterebbe catastrofica per la strada ex Statale 447 e la linea ferroviaria”.

Una simile evenienza causerebbe l’interruzione delle comunicazioni ferroviarie tra il sud e il centro-nord dell’Italia con gravi danni economici e disagi per i passeggeri. “Allo stato attuale – evidenzia Ortolani – si può affermare che l’evento catastrofico avverrà ma non si può prevedere quando esso si determinerà”.

Per il docente della Federico II è opportuno realizzare immediatamente “Una nuova galleria in sicurezza per evitare la zona in frana o altro idoneo intervento che garantisca la sicurezza dei treni e la funzionalità della rete ferroviaria di strategica importanza per la nazione”.

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