Cilento

Agropoli, Malandrino attacca: città sprofondata nella situazione più drammatica della storia repubblicana

Dopo le dimissioni di Cianciola si invoca la fine dell'amministrazione

Redazione Infocilento

25 Febbraio 2019

Emilio Malandrino

AGROPOLI. Le dimissioni del consigliere Emidio Cianciola (leggi qui), hanno risvegliato il dibattito politico. Ad intervenire anche Emilio Malandrino, del Coordinamento Cittadino di Forza Italia. “Da tempo , volutamente, non sono intervenuto come coordinatore cittadino di F.I. e rappresentante del centro-destra locale sulla vita politico-amministrativa della nostra comunità. Mi sono, scientemente, fermato ad osservare, riflettere, valutare e pensare a mente fredda su tutto ciò che accade, ormai da quasi due anni, nella nostra Agropoli”, ha esordito. “Non posso restare in silenzio , dopo due episodi così eclatanti e straordinari e che non hanno precedenti nella storia del nostro Comune, quello del 20 Novembre scorso con le dimissioni del Consigliere Monica Pizza e, soprattutto oggi, con le dimissioni del Consigliere Emidio Cianciola, elementi di indiscusso valore, votati con ampi consensi ancorché persone ineccepibili e di grande valore prima ancora che politicamente sotto il profilo umano e sociale”, aggiunge.

“Cosa ha portato a decisioni così estreme e dirompenti?”, si chiede l’esponente di Forza Italia.

Molteplici sono le ragioni, secondo Malandrino: “L’assenza di dialogo e di confronto nella Maggioranza, è, sì, una delle ragioni del dissenso, ma la tragicità del gesto origina da altre radici. I consiglieri che lasciano una carica pubblica e quindi abbandonano il mandato loro affidato da tanti elettori (sicuramente in maniera sofferta), manifestano una sofferenza non da poco, probabilmente dovuta a diversi fattori. Quanto fatto fino ad oggi da questa amministrazione pari a poco più del nulla, l’inefficienza dell’azione amministrativa, l’incapacità di risolvere i problemi (anche quelli di ordinaria amministrazione), la mancata programmazione turistica, la mancata programmazione urbanistica, l’inefficace controllo economico-finanziario, l’inesistente attenzione su questioni sanitarie (ospedale!) , sono alcuni dei deficit di una classe politica ormai di fatto al capolinea ; in totale agonia, in coma profondo e solo in attesa di staccare la spina per avvicinarsi ad una fine più dignitosa e meno devastante, prima ancora che altri elementi della stessa compagine lascino la scialuppa o, ancor peggio, che qualche altra motivazione Suprema li collochi definitivamente Fuori gioco d’imperio! Certo, chi ama fare politica per e tra la gente , ed ha nel cuore il bene della città e dei suoi conterranei, fa fatica a convivere con chi, invece, interpreta il ruolo politico-amministrativo solo ed esclusivamente per scopi ed interessi personali , lontano dai valori essenziali di una nobile passione vissuta esclusivamente nell’interesse del bene comune. Ho ancora vivo il ricordo di quando, con grandissimo affetto e sincerità, trasmettevo all’amico Nino Cianciola le mie valutazioni su una compagine politica di cui, probabilmente, per i motivi citati prima, non condividevo, non condivido e non condividerò mai il modo di agire e pensare e, invanamente, lo invitavo ad una riflessione più attenta e puntuale. Pur nonostante, con grande serenità e discrezione, accettai rispettosamente le sue scelte che, a leggerle oggi, sono pregne di valutazioni miste di rabbia, delusione e rammarico e, forse, si avvicinano molto al mio pensiero rendendomi merito e ragione per quello che può servire come ristoro solo ed esclusivamente morale”.

Malandrino incalza: “Oggi Agropoli, ancor più’ di ieri e degli ultimi anni, quando, nonostante il mio più totale dissenso, era guidata da un cavallo di razza (Alfieri) con tutte le sue innumerevoli discutibilità, è sprofondata nella situazione più drammatica della storia repubblicana degli ultimi 40 anni con un Sindaco (a detta di gran parte dell’opinione pubblica) di indiscutibile mediocrità, unitamente ad una squadra che, suo malgrado, rimane schiacciata da un Regista incapace di dirigere una troupe. Per tutto questo Agropoli soffre, Agropoli affanna, Agropoli muore. È questo un grido d’allarme, una preghiera a gran voce, di cui, facendomi portavoce di tanti che condividono questo pensiero, rivolgo in maniera appassionata a questa classe politica affinché siano loro a fare un gesto di grande dignità e di grande coraggio per il bene comune dimettendosi e ridando così, la parola al popolo sovrano. Anche perché, fra un giorno, fra un mese, fra anni, sarà implacabilmente la gente a mandarli a casa in maniera inesorabile e definitiva cancellando, in maniera infausta, anche quanto (piuttosto poco) di buono si ricorda di questa lunghissima e, a mio avviso, triste parentesi amministrativa di un decennio che, a differenza di quanto voleva far apparire, ha decretato per Agropoli un lento degrado ed una sottile sofferenza che oggi più che mai sta trasformandosi in insopportabile e straziante agonia”.

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