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Caselle in Pittari, l’accusa della minoranza: scelte sbagliate hanno prodotto dissesto del Comune

"Unica strada le dimissioni"

Redazione Infocilento

22 Settembre 2017

“Unica strada le dimissioni”

CASELLE IN PITTARI. Scoppia la polemica nel comune cilentano. A destare malcontento da parte del gruppo di minoranza, Movimento Caselle Domani, un provvedimento con il quale l’amministrazione comunale sanciva la revoca dell’incarico del responsabile del settore finanziario.

Secondo i consiglieri d’opposizione, infatti, “con questo provvedimento passato come riorganizzazione degli uffici e servizi, hanno tentato di coprire le strategie politiche sbagliate che hanno prodotto di fatto il dissesto economico – finanziario delle amministrazioni Nuzzo – Tancredi”.

“Il preludio – proseguono – nella seduta del consiglio comunale dello scorso 5 agosto, nel trattare l’unico argomento all’ordine del giorno, “Variazione, assestamento e verifica degli equilibri di bilancio, emergevano gravi irregolarità”.

A finire nel mirino della minoranza, infatti, “il mancato allineamento sui residui attivi e passivi e calcoli numerici errati per 201mila euro”. “L’amministrazione Tancredi, non avendo elementi per poter smentire quanto emerso, si vedeva costretta a rinviare il consiglio”.

“Ormai da tempo – ribadiscono i consiglieri di opposizione Fiscina Silvio, Speranza Bruno e Granato Michele – l’amministrazione comunale di Caselle in Pittari, ogni qual volta viene trattato l’argomento economico finanziario, emerge una notevole e grave incapacità di gestione amministrativa. In questi anni, infatti, si è assistito a: delibere scomparse; debiti fuori bilancio, pagati con transazioni senza rispettare le regole previste per il loro riconoscimento; continui ritocchi sui residui senza spiegarne le motivazioni; bilanci di società partecipate mai portati all’attenzione del consiglio comunale; nonché ritardi ormai cronici, nel pagare gli stipendi ai dipendenti”.

“In ultimo dopo un estate segnata dalla pesante crisi idrica e dalle nauseabonde esalazioni provenienti dal depuratore non funzionante, i nostri amministratori per cercare di fare cassa hanno avuto il coraggio di chiedere in bolletta consac il recupero canone depurazione non fatturato periodo dal 01.07.2012 al 03.08.2015 che costerà circa 250,00 euro per ogni famiglia, un vero e proprio furto per un servizio non erogato come la legge prescrive. Pensiamo a questo punto che la misura sia davvero colma e l’unica strada da percorrere siano le dimissioni”.

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