Ricorre oggi l’anniversario della morte di Luigi Guercio, avvenuta a Salerno il 9 settembre 1962. Nato a Santa Maria di Castellabate il 17 gennaio 1882, fu scrittore e autore di numerosi saggi in lingua latina, figura di rilievo nella corrente letteraria del “latino vivente”.
Chi era Luigi Guercio
Proveniente da una famiglia di umili origini — il padre Tommaso e la madre Caterina Izzo — entrò giovanissimo nel seminario diocesano dell’abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni. Ordinato sacerdote nel 1904, conseguì quattro anni dopo la laurea in lettere classiche presso l’Università di Napoli, con una tesi sui rapporti tra le visioni medievali e la Divina Commedia, pubblicata a Roma nel 1909.
Nel primo decennio del Novecento iniziò la carriera di insegnante in diversi licei del Mezzogiorno, tra cui quelli di Campobasso, Pescara e Sala Consilina. Nel 1950, da docente di latino e greco al Liceo Tasso di Salerno — istituto che diresse fino al 1952 — vinse il primo premio al “Certamen Capitolinum”, indetto dall’Istituto di Studi Romani, con la composizione Phoenix Casinensis, ispirata all’abbazia di Montecassino devastata dai bombardamenti alleati. Due anni dopo ottenne un nuovo riconoscimento con Feriae Anticolenses, dedicata alle vacanze a Fiuggi.
In seguito ricevette dal Vaticano l’incarico di redigere testi in latino e collaborò con diverse riviste specializzate, pubblicando saggi in versi e in prosa, traduzioni di autori italiani e studi epigrafici.
Il legame con Castellabate
Monsignor Guercio mantenne sempre vivo il legame con la sua terra d’origine. Nel 1959 dedicò a Castellabate l’ode latina O patrii colles, omaggio poetico ai luoghi della sua infanzia.
Le sue spoglie riposano nel cimitero di Salerno, città che gli ha intitolato una strada. A Castellabate, invece, porta il suo nome l’Istituto comprensivo di Santa Maria.